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Tour de France 2017. Aru, ritorna e vestiti di giallo

Un’ultima settimana difficile non può cancellare quanto di buono fatto vedere nei primi quindici giorni: Fabio Aru deve essere ben orgoglioso del quinto posto ottenuto al Tour de France 2017, consapevole che nei prossimi anni ha tutte le carte in regola per ritornare su queste strade e vestirsi di giallo nella giornata che più conta, quella di Parigi.

Soltanto tre corridori hanno vestito il simbolo del primato in questa 104^ Grande Boucle: accanto ai due britannici Geraint Thomas e Chris Froome c’è proprio lui, il ventisettenne venuto da Villacidro. La sua performance in Francia cancella definitivamente quel lungo periodo negativo che l’ha perseguitato da inizio anno.

Dopo il buon debutto in Medio Oriente (terzo in Oman) sono cominciati i problemi a partire dalla Tirreno-Adriatico, abbandonata per problemi fisici. Poi l’incidente alla viglia del Giro d’Italia (unito al dolore per la perdita di Michele Scarponi) che l’ha costretto a saltare il suo appuntamento clou stagionale e a spostare le attenzioni sul Tour de France. È arrivato in grandissima condizione a Dusseldorf forte di una maglia tricolore meritatamente conquistata pochi giorni prima in Piemonte – e l’ha dimostrato nel primo arrivo in salita a La Planche des Belles Filles, laddove prima di lui erano riusciti a trionfare i soli Froome e Vincenzo Nibali.

Una vittoria netta, propedeutica alla formidabile due giorni pirenaica coronata con la conquista della maglia gialla, portata addosso per due giorni. Ma da lì le cose sono cambiate: prima una fastidiosa bronchite che l’ha indotto ad assumere antibiotici per diversi giorni, poi – checché se ne dica – il mancato appoggio da parte di una squadra, la Astana, che, persi i pezzi importanti come Dario Cataldo e Jakub Fuglsang, non ha saputo supportarlo al meglio. La squadra non è determinante (Tom Dumoulin ha vinto il Giro 100 praticamente da solo), ma certamente è utile in talune circostanze, e lo sa bene Chris Froome.

Con le unghie e con i denti Aru ha tenuto duro sulle Alpi e ha conquistato la quinta piazza in classifica generale: un risultato di prestigio, dal momento che, nonostante la vittoria alla Vuelta e i podi al Giro, è qui che si fa scuola, è prima di tutto qui che si scrive la storia. “Quando sei davanti sogni sempre in grande, è normale che sia così, ma la considerazione deve essere più ampia: ho sempre lottato con i migliori e ho migliorato molto la prestazione dello scorso anno“, è la lucida analisi del Cavaliere dei Quattro Mori, che si dice pronto a tornare per comand-ARU!

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