Di misura, ma quanto basta per tornare a battere in Europa: Craiova-Milan era la prima uscita stagionale, e i rossoneri non hanno steccato, almeno nel risultato.
Il Diavolo vestito a nuovo dai cinesi paperoni non immaginava certo di dover ricominciare il suo percorso europeo dalla sperduta cittadina rumena di Drobeta Turnu Severin, riva sinistra del Danubio in faccia alla Serbia. Il ritorno nel Vecchio Continente è stato comunque positivo: certo, ci sono ancora da rodare tanti meccanismi, ma lo 0-1 firmato da una delle new-entry, Ricardo Rodriguez, lascia presagire una stagione piena di soddisfazioni.
È infatti del terzino svizzero ex Wolfsburg il primo gol stagionale del Milan. Punizione millimetrica a convincere anche gli ultimi scettici, ma non solo: anche corsa e tante giocate semplici che hanno fatto felice Montella, che su di lui scommetterà parecchio.
Un altro che si è mosso bene è l’altro acquisto della prima ora, Mateo Musacchio: il difensore ex Villarreal si è mosso bene, dando la sensazione di poter essere un ottimo attore nel pacchetto arretrato tutto tinto d’azzurro con Bonucci e Romagnoli.
Anche gli altri volti nuovi però non hanno sfigurato. Già inserito in mediana Frank Kessié: l’ex atalantino garantisce copertura e costruzione, un ottimo tramite tra le due fasi in attesa dell’ingresso di Biglia e, chissà, dell’arrivo di Renato Sanches accostato al Diavolo negli ultimi giorni. In avanti, più di André Silva, convince oltre a Patrick Cutrone – chissà se resterà, dopo l’incoraggiante doppietta al Bayern in amichevole e il palo interno del 22’ di ieri – anche Fabio Borini: il Taz ex Roma ci mette la solita grinta che fa piacere a qualsiasi tifoso e sarà un altro buonissimo per la causa rossonera.
Ah, c’è un altro “acquisto” di cui parlare: è Donnarumma, che dopo il chiacchieratissimo rinnovo di contratto è come se fosse un nuovo giocatore del Milan. Gigio ha sventato coi guantoni l’insidioso tiro di Mitrita sul primo pericoloso buco difensivo dei rossoneri e rischiato in un altro paio di circostanze. La sensazione però è che lo strappo fra il portierone e la tifoseria sia stato ricucito: Donnarumma può essere il testimonial del Milan del futuro. Quello che riparte dalla Romania e che vuole tornare grande dappertutto, Europa compresa.