Senza storia: la Supercoppa Europea 2017 va in archivio con l’asfaltata del Real Madrid sullo United, letteralmente annichilito dai blancos. Mou,reazione a metà.
CASA BLANCA, SI RICOMINCIA DALLA FINE. Da Cardiff a Skopje il passo è breve, specie se ti chiami Real Madrid: i bicampioni di Champions League ricominciano laddove avevano finito, vincendo e convincendo l’ennesimo loro trofeo di una storia galactica.
A inizio giugno fu la Juventus a scomparire dal campo dopo un primo tempo equilibrato; stavolta a cedere il pallino del gioco sin dalle prime battute è stato il Manchester United, che pure si era presentato all’appuntamento della Supercoppa Europea 2017 con più di qualche ambizione.
STRAPOTERE MERENGUE. Devils rimandati su tutta la linea: per colpe – anzi meriti – di un Real strabordante sotto tutti i punti di vista. Fisicamente ineccepibile, tecnicamente già rodato come dimostrano i tre legni colpiti e nonostante il grosso della stagione non sia neppure iniziato, ispiratissimo soprattutto nei suoi uomini chiave. Dagli assistman Carvajal e Bale ai goleador Casemiro e Isco a tutti gli altri interpreti l’elenco sarebbe lungo. Che dire poi del numero spettacolare trovato dal subentrato Lucas Vazquez alla fine del match? E mancava CR7, che ultimamente s’è visto dappertutto tranne che col pallone fra i piedi. Sulla sponda del Manzanarre blanco c’è chi si sfrega già le mani.
ZIZOU, E CHI TI TOGLIE PIÙ? Zinedine Zidane si conferma Re di tutte le Coppe: per l’allenatore francese è il 6° titolo su 8 competizioni giocate da tecnico (la quarta Supercoppa Europea vinta dalle merengues). Praticamente un predestinato che funziona da Re Mida: quel che tocca si trasforma in oro. A Madrid ancora benedicono il giorno in cui, con l’esonero del mai amato Rafa Benitez, Florentino Perez gli affidò le chiavi della panchina madridista. Con un tecnico così, arrivato quasi in sordina e coi mugugni del vecchio credo secondo cui un grande calciatore non potrà mai essere così, la Casa Blanca potrà festeggiare ancora a lungo.
MOU, IL TABÙ SUPERCOPPA CONTINUA. Il suo United s’è mostrato acerbo, ruggendo solamente nel finale grazie a una serie di cambi azzeccati. Ma per Mourinho non c’è stato nulla da fare: la Supercoppa Europea si accasa altrove, come già gli era successo nei due precedenti disputati da allenatore, dapprima col Porto (2003, 1-0 Milan firmato Shevchenko) e poi con l’Inter nel 2010 (vittoria 2-0 dell’Atletico Madrid con gol di Reyes e Aguero). Un trofeo che sa di tabù: lo Special One rinvia altrove i suoi sogni di gloria.
RAMOS: MOU CHI? Alla fine hanno avuto ragione Sergio Ramos e Marcelo, che avevano alzato i toni della vigilia con alcune dichiarazioni sul loro ex tecnico portoghese. Il capitano madridista aveva detto: «Non credo che Mourinho abbia cambiato la mia carriera, ho imparato molto da ogni allenatore con cui ho lavorato. Questa non sarà una partita tra me e lui, per me conta solo vincere il trofeo». Marcelo aveva caricato la dose: «Mou ci ha dato una grande mano in passato, come lo sta facendo adesso Zidane. La differenza fra loro sta nei titoli vinti. Ci sono delle diversità nel modo di allenare, ma non posso parlarne».
Lo stile Real è quello lì: poche chiacchiere e tanti trofei. La legge resta quella.