Oggi con Juventus-Cagliari e Verona-Napoli inizia la Serie A 2017/18. Sono tantissimi i motivi per seguire la nuova massima serie. Presentazione Serie A /2.
IL VARO DELLA… VAR. La novità tecnica più importante appartiene in realtà alla tecnologia: da oggi infatti sui campi di Serie A verrà adoperata la VAR, acronimo di Video Assistant Referee. Entrata già in funzione negli altri campionati (ieri assegnato al Bayern un rigore con il suo ausilio) la cosiddetta moviola in campo sostituirà di fatto i due addizionali di porta e interverrà per segnalare all’arbitro situazioni irregolari in caso di convalida/non convalida di un gol, rigore, espulsione, rosso o scambi di identità in caso di comminazione di cartellini; alla fine l’ultima parola spetterà sempre e solo al direttore di gara. La domanda che tutti si pongono è: riuscirà la VAR a eliminare tutte le polemiche del calcio italiano? Agli schermi l’ardua sentenza.
EUROPA: AVANTI, C’È POSTO! Altra grande novità: a partire da quest’anno infatti i posti utili per qualificarsi alla Champions League saranno non più tre ma 4. Una specie di ritorno ai vecchi tempi: il miglior piazzamento nel ranking UEFA ha consentito al campionato italiano di avere per tre stagioni, a partire daL 2018/19, ben 4 squadre nella massima competizione per club, e tutte senza passare dalle forche caudine dei preliminari. Un bel modo per aggiungere ulteriore pepe a una corsa che si annuncia già da adesso spietata.
ALLENATORI: UNA SCUOLA TUTTA ITALIANA. 4/20: è il rapporto fra nuovi allenatori e squadre della massima serie. Praticamente tutte le squadre di Serie A hanno mantenuto in panchina i loro allenatori, comprese le neopromosse Spal, Hellas Verona e Benevento (rispettivamente Semplici, Pecchia e Baroni). Uniche a cambiare la Roma (Di Francesco), il Sassuolo (Bucchi in sostituzione dello stesso “Di Fra”), l’Inter (Spalletti) e la Fiorentina (Pioli). Per il resto si riparte con gli stessi condottieri. Due soli gli stranieri: Mihajlovic del Torino e Juric del Genoa. A riprova di quanto la scuola italiana degli allenatori sia ben voluta anche in patria. D’altronde, se li esportiamo anche all’estero anche in modo vincente (gli esempi Ranieri, Conte e Ancelotti ne sono l’esempio) qualcosa vorrà dire: oltre ai giocatori la Serie A è una palestra di calcio.