Il ritorno in Europa League per la Lazio è dolcissimo anche se un po’ faticoso: i biancocelesti espugnano in rimonta la tana del Vitesse e si con-forma-no.
LAZIO, È UN MOMENTO D’ORO. La squadra di Simone Inzaghi si conferma una delle più in forma del momento nel panorama non solo italiano ma internazionale: a parte il mezzo passo falso al debutto in campionato con la Spal i biancocelesti hanno infatti sempre vinto.
Di misura, di riffa o di raffa, di rimonta o dominando (il 4-1 al Milan docet), questa Lazio sa come si vincono le partite in Italia e in Europa e sta dimostrando di avere qualità tecniche e caratteriali non indifferenti. Il gruppo plasmato lo scorso anno continua a dare i suoi frutti; l’inserimento dei nuovi – Leiva in primis – va alla grande e Simone Inzaghi, uno dei migliori allenatori italiani in circolazione, va a gonfie vele.
INZAGHI, CHE DOLCE RITORNO. 4676 giorni dopo l’ultimo gol segnato al Partizan Belgrado nell’ormai ex Coppa Uefa, Simone Inzaghi è tornato a calcare un palcoscenico europeo. Non più però da calciatore ma da allenatore di una squadra che lui stesso ha meritatamente portato in Europa League grazie a una stagione scorsa per alcuni tratti fenomenale.
In 13 anni “Inzaghino” di strada ne ha fatta tanta, sempre però rimanendo nell’alveo biancoceleste: lui che è l’unico italiano ad aver segnato un poker in Champions League (Lazio-Olympique Marsiglia del 14 marzo 2000) e che è stato a un passo un’estate fa dalla panchina della Salernitana in Serie B, è diventato emblema di una Lazio che sa sorprendere chiunque, come testimonia anche il 3-2 alla Juventus in Supercoppa.
MURGIA, L’UOMO DELLE RIMONTE. Già, quella rimonta: stesso risultato della serata di Arnhem che ha regalato alla Lazio i primi tre punti della sua Europa League.
C’è voluto però grande temperamento e grande orgoglio per rimettere in sesto una partita che per due volte ha rischiato di scappare via. Al vantaggio di Matavz ha risposto Parolo; al 2-1 di Linssen il solito Immobile. Due senatori che in biancoceleste stanno facendo grandi cose.
A mettere la griffe sulla rimonta c’ha pensato però l’uomo delle rimonte: Alessandro Murgia. Il ragazzo laziale che ha stregato la Juventus al 96’ nella Supercoppa di Ferragosto si è ripetuto anche in Europa. Anche lui, come Inzaghi, è una specie di uomo del destino. Per ora si limita ogni tanto a fare l’hombre del partido: ma alla sua Lazio va benissimo così.