Il successo del 2015 era stato entusiasmante perché interrompeva un digiuno nelle Classiche-Monumento che durava per i colori azzurri da otto anni; stavolta Vincenzo Nibali non concede un semplice bis, ma compie un autentico capolavoro al Lombardia 2017, portando a termine trionfalmente una cavalcata cominciata a quindici chilometri alla conclusione.
Era il più atteso del grande cast della Classica delle foglie morte edizione 111: era reduce da un gran periodo di forma e, secondo i bookmakers, era l’uomo da battere. E per condotta di gara è stato semplicemente eccezionale: come un vero Squalo, ha azzannato la salita di Civiglio, ha ripreso in un battibaleno Thibaut Pinot, l’ha staccato metro dopo metro in discesa e ha poi completato il suo personale show verso San Fermo della battaglia, fino alla passerella sul Lungo Lario di Como.
Signori, questo è l’unico rappresentante del ciclismo moderno in grado di far suoi grandi Giri e Grandi Classiche: dopo quattro Grand Tour in cascina arriva la seconda Monumento, quella che gli permette di guardare con tanta fiducia verso quel Mondiale di Innsbruck che rappresenterebbe la naturale ciliegina sulla torta di una carriera splendida.
“Vincere una Monumento ha un valore maggiore rispetto ad una tappa di un grande giro“, afferma un orgoglioso Nibali, che ammette come la condizione fosse migliore di due anni fa e con essa anche la convinzione. “La vittoria del 2015 era stata più difficile perché c’era la paura di perdere e non avevo ancora vinto una corsa Monumento”, prosegue nella disamina il leader della Bahrain-Merida, aggiungendo come stavolta tutti gli occhi degli avversari erano puntati su di lui ed egli si è dimostrato lucido a non sbagliare nulla tatticamente.
Per Vincenzo Nibali si tratta della vittoria numero 50 in carriera: la prima, nel 2006, in occasione di una tappa della Settimana Coppi e Bartali. Poi un susseguirsi di trionfi ed emozioni fino a quello odierno, semplicemente fantastico.