La Signora è bella e prepotente: Udinese-Juventus finisce con un tennistico 2-6. Fra i bianconeri, in dieci a lungo per un rosso a Mandzukic, brilla Khedira.
Abdicazione? Non se ne parla. La Juventus manda un messaggio forte e chiaro a tutte le altre pretendenti allo scudetto e torna dalla Dacia Arena con un tennistico 6-2 che vale ben oltre la posta in gioco dei tre punti ed è, soprattutto, psicologica. Quella contro l’Udinese di Delneri è forse la svolta giusta nel campionato della squadra di Allegri, capace di svoltare in una partita spigolosa resa complicata dal vantaggio friulano su contropiede di Perica, dall’espulsione di Mandzukic sull’1-2 e dal momentaneo, ultimo pareggio di Danilo: i bianconeri escono alla distanza e scavano un solco insormontabile che la scalcinata formazione friulana non può più colmare. Alla fine è un trionfo per i campioni d’Italia e un tracollo per i padroni di casa.
Partita scoppiettante sin dall’avvio. La Juventus si fa infilare da un contropiede orchestrato da Fofana, Perica è abilissimo nel penetrare in area, virare sul sinistro e incrociare per l’1-0 udinese. La squadra di Allegri però ci mette pochissimo per reagire: su un calcio d’angolo di Pjanic Samir interviene maldestramente e infila la porta di Bizzarri, provocando l’1-1. Al 20’ la Juventus ribalta addirittura la situazione: Cuadrado crossa da destra e Khedira con perfetto inserimento colpisce di testa e fa 1-2.
Per la Vecchia Signora sembra una giornata tranquilla, e invece al 26’ arriva il primo potenziale spartiacque: su un cross di Higuain c’è un contatto in area tra Ali Adnan e Mandzukic (fallo dell’iraniano da rigore, ma non sanzionato dal VAR); ne nasce un diverbio con l’arbitro Doveri che ammonisce entrambi, il croato però si infuria e lo manda platealmente a quel paese, prendendosi il secondo giallo in modo lampo e finendo espulso. L’Udinese da quel momento prende il comando del gioco, attacca e Buffon deve fare almeno due miracoli su Jankto e su un cross deviato di Hallfredsson. La Juve regge il peso dell’inferiorità e salva il vantaggio all’intervallo.
Nella ripresa però l’1-2 crolla presto: su un calcio di punizione ingenuamente concesso da Dybala sulla trequarti, capitan Danilo stacca di testa e pareggia.
Nel terzo, difficile momento psicologico della partita, la Juve potrebbe definitivamente capitolare e invece la reazione per la terza volta è immediata: ancora da palla inattiva la Signora ruggisce, con Dybala che calcia da fermo e trova lo stacco aereo di Rugani, che bacia il palo e fa 3-2.
In un amen i bianconeri di Piemonte fanno anche il quarto, sfruttando per l’ennesima volta in serata un calcio da fermo: punizione di Dybala, Rugani stacca di testa e fa da sponda per il tiro in mezza sforbiciata di Khedira che firma la sua prima doppietta in Italia.
A quel punto l’Udinese esce definitivamente dal match, col reato di lesa maestà sulla fronte. Dopo un altro rigore non assegnato dal VAR (sembra esserci il contatto fra Alex Sandro e Larsen) la punizione per la squadra di Delneri – espulso a un certo punto già nel primo tempo per proteste – si fa considerevole: Khedira fa addirittura tripletta, penetrando in area palla al piede e scaricando in diagonale – è la prima doppietta in carriera! Poco dopo c’è festa pure per Pjanic, con tiro da fuori leggermente deviato. Finisce 2-6 per la Juventus: 2 punti risucchiati a Inter e soprattutto Napoli e miglior attacco del campionato con 27 gol.