Cornelius, Everton-Atalanta, Europa League. theguardian

Europa League, 5ª giornata: l’en plein italiano è completo, anche Atalanta e Milan ai 16/mi!

Le tre italiane di Europa League danno uno smacco alle colleghe di Champions: a una giornata dalla fine sono tutte qualificate. Da rivedere le manite della Dea e del Diavolo.

LAZIO-VITESSE 1-1. In primis urge parlare della Lazio: quella di ieri è stata una squadra ampiamente rimaneggiata, non tanto dagli infortuni, quanto dalle scelte tecniche e dalla necessità di far riposare alcuni elementi chiave finora sempre usati (vedi Immobile, Milinkovic, Parolo, Leiva, De Vrij, solo per citare i principali). 9/11 cambiati rispetto al derby con la Roma: gli unici a rimanere Bastos e Luis Alberto, fra l’altro in ruoli differenti; da segnalare anche gli esordi assoluti in Europa League per il portiere Vargic e per i prodotti della primavera Crecco e Palombi.

Insomma, una Lazio sperimentale: d’altronde, con la qualificazione già in tasca (da prima) da tre settimane, Inzaghi poteva anche prenderselo, il lusso di scompaginare un po’ le carte. I biancocelesti hanno trovato la reazione alla punizione olandese di Linssen a inizio gara centrando il pari col grande gol di Luis Alberto prima del 45’. Un modo per tenere immutato il pacchetto delle partite perse in Europa: che restano a zero, a riprova della finora grande stagione biancoceleste.

MILAN-AUSTRIA VIENNA 5-1. Una manita e l’obiettivo è raggiunto: Vincenzo Montella, prima della sfida all’Austria Vienna, aveva indicato il successo come primo gradino nella scalata verso la resurrezione dei rossoneri, quest’anno troppo altalenanti soprattutto in Serie A.

Il 5-1 di San Siro, a ben guardare, è un bicchiere pieno per 2/3: il primo terzo, vuoto, è stato fatto col solito giro palla lento e ritmi bassi, intorpiditi e gelati dall’incredibile gol di Holzhauser, con la complicità dello sciagurato Donnarumma in uscita e il “comico” Bonucci che è intervenuto sì in spaccata per evitare il gol sulla linea ma si è fatto passare il pallone sotto le gambe. Errore tecnico che sapeva tanto, tanto anche di sfortuna.

Per fortuna il Milan si è raddrizzato trovando poi i gol di Rodriguez (sempre propositivo) e dei baby André Silva e Cutrone: una doppietta a testa per dire all’Aeroplanino che forse sarebbe il caso di abbandonare qualsiasi esperimento con due mezz’ali e Kalinic punta centrale. I due baby fanno la voce grossa ogni volta che giocano: forse sarebbe il caso di puntarci su in campionato. Lì dove i rossoneri dovranno finalmente risollevarsi, visto che la trasferta europea di Rijeka sarà solo una gita e l’Europa League tornerà solo a febbraio.

EVERTON-ATALANTA 1-5. Il vero, impronosticabile capolavoro, l’ha fatto però l’Atalanta: la Dea di Gasperini è stata capace di andare a Goodison Park e mollare cinque potenti ceffoni a un Everton certamente irriconoscibile (è 16esimo in Premier a +3 sulla zona retrocessione) ma pur sempre blasonato.

A Liverpool i bergamaschi hanno fatto la storia: la loro, chiaramente. 1-5 mirabolante ai Toffees di David Hunsworth (che sta faticando a ricostruire le macerie lasciate da Rambo Koeman) e niente gelatina alla ginocchia in quella che per la Bergamo calcistica è stata la serata più bella.

Straordinario Bryan Cristante, il ragazzo dai gol pesanti: già all’andata aveva infilato gli inglesi (segnando poi contro Napoli, Juventus, Sampdoria e Spal, fruttando in particolare due punti in dotazione alla Bergamasca); ieri si è preso addirittura la briga di fare doppietta – coi tempi di inserimento al solito perfetti – e di guadagnarsi un rigore che il Papu Gomez ha sprecato, rinviando però solo di poco la festa.

Il gol dello spagnolo Sandro Ramirez non ha gelato l’entusiasmo atalantino: in gol nel finale con Gosens e con l’altra doppietta del danese Cornelius. Il 7 dicembre bisognerà giocarsi il primo posto del girone col Lione, ma a Bergamo già da ieri si va festeggiando: la Dea è fra le 32 piccole sorelle d’Europa!

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