Napoli-Juventus è sempre una faccenda da… Pipita: rischiava di non giocare e invece la decide lui, Higuain, con una zampata d’autore. Bianconeri ora a -1 dagli azzurri.
Non doveva neppure essere in campo, Gonzalo Higuain: l’uomo più odiato del reame napoletano. E invece, non solo gioca dal 1’, ma segna un gol pesantissimo: il quinto su cinque partite da quando è sbarcato alla Juventus, il terzo da avversario al San Paolo contro la sua ex squadra. Un antidoto che sa di anatema per i suoi ex tifosi, che per tutto il riscaldamento lo hanno fischiato e insultato: il Pipita ha un modo per rispondere, i gol, e anche stasera, con la mano a mezzo servizio, lo dimostra. Regalando alla Vecchia Signora che non solo fa inciampare per la prima volta il Napoli in questa stagione ma la fa risalire fino a -1 dalla vetta occupata proprio dalla squadra di Maurizio Sarri. Che torna a vacillare.
Partita con un solo tema tattico ripetuto quasi fino alla noia: Napoli col pallino del gioco in mano e Juventus arroccata dietro alla linea della palla e pronta a ripartire da un momento all’altro. È quello che accade al 13’: Douglas Costa scende sulla trequarti bianconera e recupera un pallone importante imbeccando Dybala; l’argentino dopo esser partito palla al piede serve il taglio di Higuain, che di forza infila Reina in uscita che invece frana su Koulibaly e Mario Rui inutilmente protesi. Stavolta il Pipita esulta, eccome se esulta: mano sull’orecchio e gesto polemico verso la tribuna (verso ADL? Chissà).
Poco dopo, su azione d’angolo, Benatia potrebbe raddoppio ma non centra la porta. Il Napoli, che fa tanta densità a centrocampo ma non riesce a sfondare, si vede solo con la verve di Insigne: dapprima lo scugnizzo prova a sorprendere Buffon dopo il regalone in disimpegno di Chiellini; poi sull’angolo susseguente colpisce di testa trovando sempre la pronta risposta del portierone bianconero. La squadra di Sarri però dà l’idea di essere poco creativa: la difesa bianconera, messa a 4 con Asamoah e De Sciglio molto accorti sulle fasce e la coppia centrale Benatia-Chiellini a giganteggiare nel mezzo, tiene a cuccia Callejon e soprattutto Mertens, del tutto abulico per 90’.
Nella ripresa il Napoli prova ad alzare il ritmo e la Juventus si abbassa ancora di più, preparandosi a una gara di grande sacrificio. Buffon ci mette i guantoni su Insigne, e poco dopo guardare la rasoiata bassa di Callejon terminare di poco fuori. La Juventus si limita a gestire, ma la formula-catenaccio potrebbe di nuovo funzionare quando Matuidi, servito da Pjanic, schiaccia il tiro trovando un miracoloso Reina a negargli la prima gioia italiana.
Per Sarri l’unico che sembra poter creare pericolo è Insigne, che intorno alla mezz’ora ci prova con un diagonale di collo mancino ma senza trovare la porta. Nella girandola di cambi a fare le spese è proprio lo scugnizzo napoletano, costretto a dare forfait per un infortunio. Neppure Ounas e Zielinski (e nel finale Maggio) riescono a ribaltare un risultato eloquente: la Juventus matura e quadrata di Allegri sbanca il San Paolo e ruggisce in faccia al Napoli, con l’obiettivo di rimetterglisi presto davanti in campionato.