Uno 0-0 che dà rimpianti ai campioni d’Italia e mezzi sorrisi alla capolista: Juventus-Inter ha detto questo, regalando altra imbattibilità alla squadra di Spalletti.
JUVE-INTER, MEGLIO NON PRENDERLE. Tale è sembrata la sensazione apparsa allo Stadium: bianconeri e nerazzurri hanno pensato a non prenderle più che a darle, facendo passare in secondo piano costruzione del gioco e spettacolarità. Per entrambe c’è da guardare il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto
INTER, UN PUNTO GUADAGNATO. L’imbattibilità, in primis: l’Inter di Spalletti resta fra le quattro squadre imbattute d’Europa – City, Barcellona e Atletico Madrid le altre big – fatto questo che le consente di svettare ancora in testa (sebbene oggi il Napoli abbia l’occasione per fare controsorpasso). E non è affatto un passaggio secondario, calcolando le macerie che Spalletti ha ereditato dal recente passato e su cui ha sapientemente ricostruito l’identità interista a forza di autostima.
I 5 punti raggranellati negli scontri diretti – tutti in trasferta – contro Roma, Napoli e Juventus ci dicono che la squadra nerazzurra è molto più solida e organizzata, in grado di fronteggiare le grandi del campionato per competere sulla squadra di un sogno chiamato scudetto. Uscire poi indenni dallo Stadium con neppure un gol positivo
Ciononostante l’Inter vista all’opera a Torino è stata a dir poco insignificante in attacco: a fronte di una difesa inespugnabile, con Miranda e Skriniar a ingabbiare adeguatamente Higuain, a deludere è stato tutto il pacchetto avanzato, con Candreva e soprattutto Perisic lontani parenti di quelli della manita al Cagliari e Icardi praticamente mai servito se non con lanci sbagliati. Szczesny non è stato mai chiamato in causa, e ciò rende comunque a Spalletti un punto su cui lavorare nel prossimo futuro.
JUVE, DUE PUNTI PERSI. A mangiarsi le mani perciò è la Juventus. Certo, i bianconeri di Allegri non hanno entusiasmato per brillantezza, ma almeno hanno messo in campione maggior cattiveria e determinazione sulla strada della vittoria, dimostrando di voler cercare i tre punti con le energie residue dalla 9 giorni impegnativa fra campionato e Coppa.
Le trasferte provanti di Napoli e Atene hanno comunque lasciato delle scorie nell’ingranaggio bianconero che si sono fatte vedere ieri sera, pur con il 4-3-2-1 privo di Dybala disegnato da Allegri: Mandzukic, attaccante più pericoloso, è stato però poco preciso; Higuain ha vissuto una serata d’abulia come l’omologo e connazionale Icardi dall’altra parte; così che il giocatore più imprevedibile per dinamismo è stato Cuadrado, che ha dato un po’ di verve allo schieramento offensivo della Juve. Tuttavia, c’è un dato da segnalare. 65 partite con almeno un gol fatto: era dal 19 febbraio 2016 al Dall’Ara di Bologna che la Juventus non tornava a casa con uno 0-0. Da allora, pur perdendo, i pluricampioni d’Italia avevano sempre segnato almeno un gol. Ieri no.
C’è però il resto del bicchiere da vedere: è la quinta partita consecutiva, fra Serie A e Champions, in cui i bianconeri non incassano gol. Pur senza Buffon ma con l’attento Szczesny la difesa capeggiata dall’ormai imprescindibile Benatia e stavolta da Chiellini ha fatto ottima guardia rintuzzando le sterili iniziative interiste e dando segnali confortanti per il futuro.