Una notizia inattesa sta sconvolgendo il mondo del ciclismo e dello sport in generale: Chris Froome è stato trovato positivo al salbutamolo in occasione dell’ultima Vuelta a Espana da lui vinta davanti a Vincenzo Nibali.
Forte della quarta maglia gialla conquistata al Tour de France, il britannico del Team Sky si era presentato ad agosto al via del grand tour iberico e tappa dopo tappa aveva legittimato il nuovo dominio, vestendo la maglia rossa a Madrid. Ma il 7 settembre, pochi giorni prima della conclusione della corsa, in occasione della tappa che si concludeva sullo strappo di Santo Toribio de Liebana, dalle analisi effettuate è emersa una concentrazione nelle urine di 2000 nanogrammi per millilitro di salbutamolo, mentre il limite consentito è fissato dalla Wada in 1000ng/ml.
Il corridore ha ammesso di aver assunto il farmaco in quanto, come noto, serve per placare le sue crisi respiratorie dovute all’asma, ma la dose è evidentemente in eccesso. Il corridore è stato controllato per venti tappe in occasione della Vuelta e soltanto in quella circostanza è stata riscontrata la positività. Non è ancora giunta la sospensione automatica del corridore in quanto la presenza di salbutamolo non prevede la squalifica in automatico, ma qualora dovesse essere fatta luce sulla vicenda il Keniano bianco rischierebbe logiche sanzioni: per casi analoghi, ad Alessandro Petacchi e Diego Ulissi ricevettero una squalifica rispettivamente di un anno e di nove mesi.
Immediata la reazione del diretto interessato, che sottolinea di conoscere bene quali siano le regole e di essere autorizzato ad usare inalatori per gestire al meglio i sintomi di asma. “La mia asma è peggiorata alla Vuelta, così il dottore mi ha consigliato di aumentare il dosaggio di Salbutamolo, fa sapere, aggiungendo che “l’UCI ha assolutamente tutto il diritto di esaminare i risultati dei test e, insieme al team, fornirò tutte le informazioni necessarie”. Il general manager del Team Sky Dave Brailford, invece, dimostra di avere piena fiducia che il suo corridore abbia seguito le prescrizioni mediche e si dice sicuro che la vicenda abbia un lieto fine.
Ma se così non dovesse essere, Froome rischierebbe di perdere la Vuelta 2017, e con essa la doppietta realizzata con il Tour. A quel punto, dunque, sarebbe Vincenzo Nibali a fregiarsi del titolo della maglia rossa, essendo giunto secondo in classifica generale.