Comincia ufficialmente l’avventura di Fabio Aru in UAE Team Emirates: dal 1 gennaio del nuovo anno, il corridore sardo è a tutti gli effetti parte dell’organico della formazione emiratina diretta da Carlo Saronni e, come tale, mostra la nuova divisa di campione nazionale. Una divisa che fa storcere il naso ai tifosi azzurri per via di quel tricolore limitato ad una sola banda orizzontale sull’addome, ma che, assicurano dallo staff tecnico, sarà prossimamente oggetto di qualche modifica.
Casacca a parte (potrete vederla nella foto postata in alto), è tempo di concentrarsi sui mesi avvenire, che dovranno coincidere con quelli del riscatto dopo quelli non brillantissimi vissuti in quel travagliato 2017, anno rivelatosi pieno di ostacoli: la bronchite alla Tirreno-Adriatico, la caduta prima del Giro d’Italia, la perdita dell’indimenticato Michele Scarponi e, quando tutto sembrava andare per il meglio al Tour de France, con la maglia gialla addosso, il ricorso agli antibiotici per un’altra bronchite. Alla Vuelta, infine, la fatica di una lunga stagione si è fatta sentire e ha dovuto presto abbandonare i sogni di podio.
Quale sarà il suo programma nel 2018? Di sicuro prenderà parte alla corsa di casa per la sua squadra, l’Abu Dhabi Tour di scena a febbraio, a cui seguiranno, tra le altre, Tirreno-Adriatico e Tour of the Alps. Poi ecco l’appuntamento clou, il Giro d’Italia. Tra la Corsa Rosa e il Tour de France ha scelto di nuovo il Giro, stavolt,a con l’intento di centrare finalmente quel gradino più alto del podio dopo piazzamenti d’onore.
Ringraziando la sua vecchia formazione, la Astana, con la quale ha trascorso i suoi primi cinque anni nel professionismo (pur con un addio non proprio idilliaco, il Cavaliere dei Quattro Mori ha in mente ora solo la UAE, in cui sarà diretto, tra gli altri, dal direttore sportivo Joxean Fernández Matxin, il quale, intervistato da Marca, ha assicurato di aver visto nel sardo “una persona molto professionale”, con le “idee molto chiare” e consapevole che “senza sacrifici non si ottengono i risultati”. “Ha il carattere che hanno solo i campioni“, ha concluso il ds.