Giovanni Simeone Fiorentina-Inter, Serie A. mundodeportivo

Serie A, 20ª giornata: i Re Mogi dell’Inter nella notte Viola; Udinese, niente sesta

Il primo sabato di Serie A del 2018 è andato in archivio con i due 1-1 di Chievo-Udinese e Fiorentina-Inter: c’è chi mastica amaro, e chi come Spalletti s’infuria! L’analisi.

AL CHIEVO LA VITTORIA RESTA… IN SERBO; UDINESE, SI RESTA SULLA 5ª. Doveva pur finire, la striscia di cinque vittorie consecutive della sua Udinese: Massimo Oddo lo ammette in sede di commento, riflettendo su una partita che ha visto i suoi soccombere all’onda d’urto clivense nel primo tempo, salvo poi riprendersi nei secondi 45’.

Masticano amaro invece Rolando Maran e il suo Chievo, che speravano di iniziare l’anno con una vittoria che interrompesse il periodo difficile, fatto di appena un punto nelle ultime cinque.

La squadra gialloblù avrebbe abbondantemente il doppio vantaggio, dopo la perla di Radovanovic al 9’: esterno collo sinistro all’incrocio dopo un grande stop di petto. L’avrebbe anche trovato al 15’, col colpo di testa preciso di Cacciatore su calcio di punizione di Birsa, ma la VAR ha annullato la rete per fuorigioco nonostante l’arbitro Chiffi avesse inizialmente convalidato.  Infine verso il 41’ è arrivata la doccia fredda: traversone senza pretese di Pezzella dalla sinistra e autorete maldestra dell’altro serbo in squadra, Tomovic, a battere Sorrentino. La sorniona Udinese riusciva così a raddrizzare una partita fin lì mediocre.

Nella ripresa il ritrovato equilibrio non ha scalfito l’1-1 che alla fine lascia l’amaro in bocca più ai veneti che ai friulani.

INTER NEL BUNKER, LA FIORENTINA LO… VIOLA. L’altro 1-1 di giornata è stato quello del Franchi: Maurito Icardi ha confermato di avere nella Fiorentina una delle sue vittime preferite – già 10 gol segnati da quando è in nerazzurro – ma l’Inter è apparsa una squadra ancora con poche luci e molte ombre; alla fine anzi il pareggio sta stretto a una Fiorentina che per 2/3 di gara ha giocato meglio, cercando con più convinzione quella rete che è arrivata solo al 91’ grazie al Cholito Simeone, giusto premio per i viola che avrebbero meritato però ben più di un misero 1-1.

La verità è che la squadra di Spalletti non sa vincere più. La beffa del Franchi è certo una doccia gelata, ma è un segnale tutt’altro che incoraggiante pareggiare una partita in cui il team nerazzurro ha sofferto l’andatura briosa e frizzantina dei toscani, con Pioli che ha dato seri grattacapi ai giocatori che solo un anno fa allenava alla Pinetina.

Il collega di Certaldo invece non ha azzeccato tutte le scelte: se Cancelo sulla destra si è complessivamente comportato bene (da lui è scaturito il gol del vantaggio), resta inspiegabile l’utilizzo di Joao Mario sulla stessa fascia, ma all’ala, nel 4-2-3-1 che è ormai il marchio di fabbrica di Spalletti. Sarà anche per questo che l’Inter ha faticato in maniera indicibile per trovare la via della porta viola, scardinata solamente a inizio ripresa dalla zampata del solito Icardi, bravo a sgusciare via dalla marcatura di Astori a chiamare Sportiello al miracolo e a segnare di giustezza in ribattuta.

Il 96° gol di Maurito è però servito a poco, visto che la difesa nerazzurra ha vacillato più volte specie dopo l’uscita del malconcio Ranocchia: dal centro della retroguardia infatti l’Inter ha patito le pene dell’inferno, portate da Chiesa e Babacar (rovesciata dell’anno deviata da Handanovic), mentre i contropiede sono tutti svaniti nel nulla. Grazie alla difesa avversaria rabberciata la Viola ha potuto colpire al 91’: Eysseric ha controllato in area, Santon ha provato ad aiutare Skriniar in marcatura ma non ha fatto altro che lasciare Simeone libero di colpire e pareggiare. 1-1 e palla al  centro, con la faccia di Spalletti in panchina che era tutto un programma.

Le parole del tecnico toscano a fine gara sono tutto un programma. Queste le risposte fornite sul mercato: «Ma non ce la faccio più, fate come vi pare… Non so più cosa dire. Non parlo, perché poi sono io che devo andare negli spogliatoi a dire ai ragazzi che sono scarsi. Che devo fare? Giudicate voi, io penso a lavorare. Ovviamente qualche difficoltà oggettiva c’è, inutile nasconderlo. In questo momento non siamo al top della condizione. È sotto tutti gli occhi che ci manca un centrale, non c’è bisogno di indagare e analizzare ogni mia sillaba! Lo sa anche mia madre: da inizio stagione ci manca un difensore, non serve fare centomila volte la stessa domanda». Tutto un programma, si diceva: lo stesso che dice che l’Inter ormai non vince più.

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