Niente da fare. Dopo una lunga giornata di votazioni e trattative, le elezioni della FIGC hanno dato fumata nera: niente presidente, ci sarà il commissariamento.
Neppure al quarto scrutinio si è riusciti a eleggere un nuovo presidente: è mancata anche nell’ultima votazione la maggioranza assoluta per eleggere uno dei tre candidati.
I tre candidati erano infatti noti da tempo: in lizza c’erano Gabriele Gravina, numero uno della Lega Pro; Cosimo Sibilia, rappresentante della Lega Nazionale Dilettanti, e Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.
La sensazione sin da tempo era che a giocarsi la poltrona di commissario della FIGC potessero essere Gravina e Sibilia. Il verdetto dell’ultimo scrutinio è stato però implacabile: Gravina, rimasto solo dopo il passo indietro sventolato da Sibilia, è stato circondato dalle schede bianche di Calciatori e Dilettanti: 39,06% la percentuale raggiunta dal numero della Lega Pro contro il 59,09% delle schede bianche.
Tutto decisamente poco chiaro. Dalla girandola di voci che ha impazzato nel pomeriggio romano c’è stata quella di un presunto accordo fra Sibilia e Gravina: quest’ultimo avrebbe assunto la presidenza in cambio di alcune deleghe importanti per il numero uno della Lnd. Su questa vicenda ci sono però ricostruzioni completamente opposte. Tant’è: quando per Sibilia sembrava tutto quasi fatto, Gravina non è stato eletto per la distanza troppo evidente fra i due schieramenti.
E così alla fine della giornata la Federazione Italiana Giuoco Calcio si trova senza un nuovo presidente. Un segnale tutt’altro che confortante dopo il disastro della mancata qualificazione al Mondiale per lo sciagurato playoff con la Svezia.
A questo punto l’unica strada rimasta è quella del commissariamento: ipotesi fortemente caldeggiata alla vigilia dallo stesso presidente del Coni Gianni Malagò. La palla ora passa al massimo organo sportivo italiano: la giunta Coni, da statuti, dovrà scegliere il nuovo commissario; la seduta è convocata per giovedì.
«Forse a questo punto è giusto un intervento dall’esterno e forse non è un caso che siamo usciti dal Mondiale», ha sentenziato amaramente Damiano Tommasi. La FIGC è ancora senza un governo: a pochi mesi dal disastro Mondiale lo sconforto sul calcio italiano è totale.