Si è soliti indicare nella figura di Bernard Hinault “l’ultimo dei grandi”, vale a dire l’ultimo nella storia del ciclismo in grado di vincere grandi corse a tappe e Classiche-monumento. Oramai quest’affermazione non regge più dinanzi alla classe di Vincenzo Nibali, il trionfatore della Milano-Sanremo 2018.
Ai 2 Giri d’Italia, 1 Tour de France e 1 Vuelta a Espana (forse due, qualora gli venga assegnata anche l’edizione 2017) si aggiungono i due Lombardia e ora, dopo un podio conquistato nel 2012, la Classicissima di Primavera, la Milano-Sanremo. Nell’annata in cui, rispetto alle precedenti, aveva meno riflettori puntati addosso, ecco il capolavoro dello Squalo, capace di far saltare il banco e mettere Ko i timorosi avversari. Non c’è Sagan o Kwiatkowski che tenga, non ci sono i velocisti a giocarsi il successo in uno sprint a ranghi compatti, c’è soltanto Vincenzo che attacca in cima al Poggio, pennella la successiva discesa in modo impeccabile e resiste nel lungo rettilineo finale alzando al cielo le braccia.
Un attacco durato sette chilometri: tredici secondi il vantaggio massimo, tre metri quello minimo, sufficiente per tenersi dietro un Caleb Ewan primo del gruppo, ma allo stesso tempo primo dei battuti. “È tutto così inaspettato, è incredibile”, le prime parole rilasciate dal siciliano della Bahrain – Merida, che rivela di essersi trovato davanti per far da stopper in favore di Sonny Colbrelli, ma di aver colto l’attimo che gli ha permesso di entrare nella leggenda, approfittando dell’incertezza imperante nel plotone.
Dodici anni fa l’ultimo successo dell’Italia nella Classicissima: era il 2006 quando Pippo Pozzato anticipò gli avversari, poi tante prestazioni in controluce fino al ghiaccio rotto grazie all’unico campione del ciclismo attuale capace di essere competitivo su ogni tipologia terreno. “Trovate nel ciclismo di oggi uno come Vincenzo. Giro, Tour, Vuelta, la corsa monumento più dura (Lombardia) e quella dei velocisti (Sanremo). Ultimi 7 km un vero godimento. Che corridore!”, esclama un estasiato ct azzurro Davide Cassani.
Nelle 109 edizioni disputate salgono a 51 le vittorie italiane. Si torna a guardare tutti dall’alto e più in alto di tutti c’è un solo nome: Vincenzo Nibali!