Il primo weekend del Giro d’Italia 2018 si conclude, domenica 6 maggio, con la terza tappa in Israele: si tratta della Be’er Sheva – Eilat, gli ultimi 229 km prima del trasferimento in Italia.
Si parlava, a proposito della precedente frazione, di un Giro ricco di trappole anche in giornate apparentemente tranquille. In questa occasione ecco la prima dimostrazione: il percorso, difatti, non presenta grossi ostacoli, dal momento che i saliscendi sono collocati tutti nella prima parte e l’unico Gran Premio della Montagna è posto dopo 128 km (si tratta del quarta categoria di Faran River). E non incutono timori neppure i due traguardi volanti di Sde Boker e Mitpze Ramon, i cui punti andranno quasi certamente a beneficio degli uomini in fuga.
E allora quali sono le difficoltà in questione? Per quasi tutta la gara, i corridori attraverseranno il deserto del Negev fino ad avvicinarsi al Mar Rosso. Il vento, dunque, costituisce ben più che un semplice ostacolo e se qualche squadra deciderà di fare corsa dura – pensiamo alla Quick Step Floors, ad esempio, che tante volte ha fatto saltare il banco in queste circostanze – allora ne vedremo delle belle.
Se invece tutto filerà liscio, si procederà con la volata. E allora riecco i nomi di spicco: gli stranieri Sam Bennett (Bora – Hansgrohe) e Danny Van Poppel (LottoNL – Jumbo) e gli italiani Elia Viviani (Quick Step Floors), Sacha Modolo (EF Drapac), Andrea Guardini (Bardiani – Csf) e Jakub Mareczko (Wilier – Selle Italia). Finale tutto il leggerissima discesa, con l’ultima curva posta ai meno 350 metri all’arrivo. Si riparte con Rohan Dennis in maglia rosa dopo la frazione di Tel Aviv vinta da Elia Viviani.
Profili tecnici: altimetria, ultimi chilometri, planimetria, cronotabella. Clicca qui per tutte le classifiche aggiornate.