Una settimana alle spalle e, dopo il secondo giorno di riposo, il Giro d’Italia 2018 comincia la sua seconda tranche. Sarà la Penne – Gualdo Tadino, decima tappa, ad inaugurare questa nuova porzione di corsa, quella che porterà dagli appennini fino alle vette del nord-est.
Stavolta ci si sposta per le province di Pescara, Ascoli, Teramo, Fermo, Macerata e Perugia: è la frazione più lunga dell’intera edizione numero 101, dal momento che i chilometri da percorrere sono ben 239. E il profilo altimetrico cosa dice? Quando si attraversa la dorsale dell’Italia centrale bisogna sempre stare attenti ai tanti strappetti disseminati qua e là e, pur non essendoci in questa circostanza particolari insidie, non è detto che sia volata.
Dopo la partenza, subito il primo Gran Premio della Montagna: è Fonte della Creta, un seconda categoria lungo quasi 16 km, ma dalle pendenze abbordabili. Dopo lo scollinamento, ecco subito il secondo ostacolo: è il terza categoria di Bruzzolana, immediatamente seguito dal primo traguardo volante di Teramo. Sono passati appena 63 km: da qui in avanti, oltre al secondo sprint intermedio a Sarnano, c’è un ultimo GPM ad Annifo. Si tratta di un quarta categoria, la cui vetta è posta a trenta chilometri alla conclusione.
Dopo una breve discesa, è di fatto tutta pianura fino all’arrivo. I velocisti con la gamba migliore possono tener duro, altrimenti verrà presumibilmente fuori uno sprint a ranghi poco più ristretti. La maglia rosa, ad ogni modo, dovrebbe restare senza alcun patema d’animo sulle spalle di Simon Yates (Mitchelton – Scott), il vincitore su Campo Imperatore.
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