Il Giro d’Italia 2018 giunge alla dodicesima tappa: è la Osimo – Imola, di 214 km. Dopo aver attraversato gli Appennini, ci si avvicina alle grandi vette del Nord Italia, prima delle quali c’è questa frazione che attraversa le Marche e l’Emilia Romagna.
Ancona, Pesaro – Urbino, Rimini, Forlì – Cesena, Ravenna e Bologna: queste le province lambite da questa tappa che apparentemente sembra preda dei velocisti, i quali, però, devono stare attenti ad un ostacolo posto poco prima del traguardo. Stiamo parlando della salita di Tre Monti (Gran Premio della Montagna di quarta categoria), che nella storia del ciclismo richiama tante imprese. Sono quattro chilometri con pendenze abbordabili (un solo punto al 10%), dalla cui vetta mancano sette chilometri e mezzo al traguardo.
Poco da segnalare per la prima parte, del tutto pianeggiante, che percorre quasi interamente la ss16 Adriatica; poi si affronta la ss9 Via Emilia ed infine ci si immette nel circuito automobilistico Enzo Ferrari, in cui si affrontano gli ultimi 15 km. Se i velocisti riusciranno a tenere duro lungo la salita di Tre Monti, non avranno problemi a giocarsi il successo parziale in volata, con la maglia ciclamino Elia Viviani (Quick Step Floors) che proverà a centrare il tris personale. Ma non è affatto da escludere qualche colpo di mano di un attaccante. E soprattutto, visto l’andatura folle degli ultimi giorni, bisogna sempre stare attenti ad ogni sorpresa.
Dal punto di vista statistico, due volte il Giro è arrivato ad Imola: nel 1969 la spuntò Marino Basso, nel 1992 fu la volta di Pagnin. Di seguito i profili tecnici: altimetria, dettagli finale, planimetria e cronotabella. Clicca qui per tutte le classifiche aggiornate. Si riparte con Simon Yates (Mitchelton – Scott) in maglia rosa.