Kiev come Cardiff e come Milano: non c’è due senza tre. Per la terza volta consecutiva è il Real Madrid ad aggiudicarsi la Champions League: dopo aver battuto i cugini dell’Atletico due anni orsono e la Juventus nel 2017, i Blancos infrangono anche il muro Liverpool imponendosi per 3-1 allo Stadio Olimpico della capitale ucraina.
Una corazzata imbattibile: non ci sono altri termini per descrivere la forza e l’impeto dei campioni madrileni, che non temono avversari e stagione dopo stagione si ripresentano sulla scena europea assetati di vittorie. Dura un tempo, stavolta, la resistenza degli oppositori, dura un tempo in cui le squadre messe in campo da Zinedine Zidane e da Jurgen Klopp si equilibrano e danno la sensazione di poter dar vita ad una finale combattuta fino alla fine.
Va segnalato, però, il grave infortunio subito dall’uomo simbolo degli inglesi, quel Mohamed Salah assolutamente fenomenale quest’anno, ma che a causa di uno scontro con Ramos riporta la frattura della clavicola, mettendo a rischio pure la partecipazione al Mondiale in Russia con il suo Egitto.
L’equilibrio si spezza nel secondo tempo. Merito di due protagonisti: uno in positivo, Gareth Bale, che nella giornata non esaltante di mister Cristiano Ronaldo prende per mano i suoi compagni con una splendida doppietta; uno in negativo, il malcapitato portiere Loris Karius, autore di due grossolani errori che spianano la strada allo spietato avversario.
A portare in vantaggio le Merengues ci pensa Karim Benzema, che sfrutta un goffo rinvio del numero uno dei Reds e con un rimpallo la insacca dentro. La reazione del Liverpool non si fa attendere e appena quattro minuti più tardi porta al pareggio firmato da Sadio Mané. Poi sale in cattedra il centravanti gallese, che prima riporta in vantaggio il Real con un gol capolavoro che ricorda da vicino quello compiuto da CR7 in semifinale contro la Juve, poi chiude i conti a dieci minuti dal termine sfruttando un’altra ingenua presa di Karius, in lacrime al fischio finale dell’arbitro.
Real campione d’Europa, dunque, per la tredicesima volta nella storia. Numeri da brividi, eppure esageratamente normali per una macchina creata per vincere. Onore ai battuti: undici anni dopo il Ko di Atene contro il Milan, il Liverpool perde la seconda finale Champions di fila, proprio come il suo allenatore, uscito sconfitto anche quando sedeva sulla panchina del Borussia Dortmund.