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Tour de France 2018, i favoriti per la maglia gialla

Prenderà il via il 7 luglio il Tour de France 2018. Quali saranno i principali contendenti alla maglia gialla?

È il campione uscente, nonché trionfatore degli ultimi tre Grand Tours disputati: completamente scagionato dall’accusa di doping, Chris Froome (Team Sky) sarà al via con l’intento di far capire ancora una volta di essere di nuovo il numero uno, provando tra l’altro a far sua quella doppietta Giro-Tour riuscita per l’ultima volta a Marco Pantani nel 1998. Sappiamo quanto sia difficile recuperare dalle fatiche di un’estenuante Corsa Rosa, ma il Keniano Bianco è l’unico che nel ciclismo odierno ha i mezzi per riuscirci. Probabilmente pagherà dazio nei primi giorni di gara, ma guai a sottovalutarlo: nella terza e decisiva settimana sarà pronto per sferrare ogni eventuale attacco per l’ennesimo trionfo a Parigi che varrebbe l’aggancio ai grandissimi Mercks, Hinault, Anquetil e Indurain.

Energie permettendo, a duellare per la maglia gialla potrebbe esserci colui che per ultimo si è arreso sulle strade del nostro Paese appena un mese fa, vale a dire Tom Dumoulin (Sunweb): la regolarità e il passo sono i punti forti dell’olandese, ma occorrerà ritrovare tutte le forze necessarie per disputare ad alto livello due corse a tappe consecutive.

Il principale avversario di Froome, dunque, sembra rispondere al nome di Nairo Quintana. A differenza degli scorsi anni, stavolta il colombiano della Movistar ha corso pochissimo, concentrando tutte le proprie attenzioni sulla Grande Boucle, l’unico Grande Giro che ancora manca al suo palmares. Con Alejandro Valverde e Mikel Landa al suo fianco (lo spagnolo si accontenterà di essere una semplice spalla per il sudamericano?), questo potrebbe davvero essere l’anno buono.

La Francia ci crede, crede che dopo 33 lunghi anni possa terminare la lunga ed insopportabile astinenza. E crede che Romain Bardet (Ag2R La Mondiale) possa essere l’uomo giusto per tentare l’impresa, forte di due podi consecutivi nelle ultime due edizioni. Il percorso gli è stato nuovamente disegnato su misura: riuscirà a non pagare dazio nei (pochi) chilometri previsti contro il tempo? Il pubblico transalpino proverà a spingere anche Warren Barguil, leader di una nuova squadra, la Fortuneo-Samsic, e desideroso di lasciare il segno dopo un paio di annate evidentemente sottotono.

Negli ultimi anni è stato fermato più volte dalla sfortuna e, per molti aspetti, sembra essere questa l’ultima possibilità per Richie Porte di provare a far saltare il banco: l’australiano della Bmc ha già dimostrato di essere supportato da un’ottima condizione vincendo il Giro di Svizzera, ora servirà mantenere quell’equilibrio psico-fisico ancora per un abbondante mese. L’incognita terza settimana, tuttavia, resta un problema.

Non solo Froome in casa britannica. Dopo aver stupito al Giro con Adam Yates, al Tour ci proverà Simon Yates a scombussolare i piani degli avversari, forte di una squadra, la Mitchelton – Scott costruita tutta attorno a lui e forte dei tanti ottimi piazzamenti ottenuti quest’anno nelle brevi corse a tappe. Ma il fratello gemello può ben testimoniare, avendolo vissuto sulla propria pelle, quanto un Giro di tre settimane sia tutta un’altra cosa.

Possono mai mancare altri arrembanti colombiani in un grande evento come il Tour? Certo che no e così, accanto al già citato Quintana e ad un Egan Bernal fido scudiero di Froome (attenzione a definirlo semplicemente scudiero), c’è il sempreverde Rigoberto Uran (EF Drapac). Per completare il quadro, probabilmente più per una top 10 alla portata che per il successo finale, citiamo il russo Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), l’irlandese Daniel Martin (UAE Team Emirates), l’olandese Bauke Mollema (Trek – Segafredo), il polacco Rafal Majka (Bora – Hansgrohe) e il danese Jakub Fuglsang (Astana).

Concludiamo con il nome a cui si affida il popolo azzurro. Vincenzo Nibali rappresenta, attualmente, l’Italia del pedale, non fosse altro per un palmares ricco e sconfinato, impreziosito quest’anno dalla splendida vittoria alla Milano – Sanremo. Deve trovare il giusto cambio di ritmo e il passo in gara, lo Squalo della Bahrain – Merida, che al recente Giro del Delfinato ha dimostrato di avere ancora lunga strada da fare. A 33 anni, comunque, conosce a fondo se stesso e sa dove poter arrivare: se lui ci crede, siamo obbligati a supportarlo ed incoraggiarlo perché soltanto lui, al giorno d’oggi, è in grado di farci sognare.

IL PERCORSO UFFICIALE

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