Ora è ufficiale: Chris Froome è stato assolto dall’accusa di doping, dunque può ritenersi a pieno titolo il detentore della Tripla Corona e potrà essere regolarmente al via del Tour de France 2018.
Si conclude con un lieto fine la vicenda relativa al caso salbutamolo: nel corso dell’ultima Vuelta a Espana da lui vinta, il corridore del Team Sky era stato pizzicato con valori di questo broncodilatatore assolutamente anomali. Tutto normale secondo la sua compagine in quanto il Keniano Bianco soffre, come è noto, di asma, e quella sostanza risultava presente in tali grosse quantità (doppie rispetto al consentito) in quanto non era stata pienamente eliminata dal fisico a causa di un difetto del metabolismo. Ventuno diverse analisi avrebbero provato la sua innocenza.
Il caso venne alla luce lo scorso novembre e da allora l’atleta, non essendo stato sospeso, ha continuato a correre sub judice e soprattutto a vincere, mettendo in cascina anche il solo Grand Tour che ancora mancava al suo palmares, vale a dire il Giro d’Italia. Il Tour de France non ci stava a presentare alla partenza un atleta che, pur campione uscente, era sotto processo, così, ad appena una settimana dall’inizio della Grande Boucle, dichiarava Froome non gradito, avvalendosi di un articolo del regolamento che consente di escludere taluni atleti se essi possano recare danno d’immagine all’organizzazione.
Immediato il ricorso del Team Sky alla Camera Arbitrale dello Sport, immediato l’arrivo – a lungo auspicato – della sentenza da parte del Tribunale Antidoping dell’Uci, proprio alla vigilia della Grand Depart dalla Vandea: Froome è innocente, dunque potrà regolarmente prendere il via alla corsa a tappe francese con il dorsale numero uno. Nessuna vittoria gli viene quindi sottratta, né la Vuelta 2017 (resta al secondo posto Vincenzo Nibali), né il Giro 2018.
Il patron del Tour, Christian Proudhomme, ha a questo punto dichiarato ufficialmente accettato l’atleta britannico, che dal canto suo si è limitato a dire di essere sempre stato tranquillo perché conscio di non aver mai barato. Soddisfazione anche da parte del Team Sky, sebbene prevalga la sensazione comune che siano stati utilizzati due pesi e due misure per casi analoghi (si ricordino le similari vicende Petacchi o Ulissi).