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Si chiude col botto la prima settimana del Tour de France 2018. La nona tappa della 105^ Grande Boucle propone, infatti, un piatto forte con il più indigesto degli ingredienti: il pavé. Eh già: proprio le pietre, quelle vere della Regina delle Classiche, costituiscono l’essenza di questa fatica che, dopo 156 km, porterà i corridori da Arras a Roubaix.
Chilometraggio non ampio, ma ben 21.7 km vanno a formare quindici settori su quelle strade dal manto tanto dissestato che ha fatto la storia del ciclismo. E non sono tratti qualunque, quelli scelti dagli organizzatori di Aso: dopo i primi quaranta chilometri tranquilli, infatti, una volta giunti a Cambrai comincia la lotta per accaparrarsi le prime posizioni e sperare che gli imprevisti di turno, da mettere assolutamente in conto in queste circostanze, non ostacolino la corsa degli atleti.
Sars et Rosiers, Orchies, Mons-en-Pévèle, Pont Thibault, Templeuve, Bourghelles sono nomi che gli appassionati delle due ruote non possono ignorare e che certamente fanno male a chi è poco avvezzo a pedalare qui sopra. Gli ultimi due settori sono Camphin en Pévèle e Hem, posti rispettivamente ai meno diciassette e ai meno otto chilometri all’arrivo: da lì solo asfalto fino a Roubaix, col traguardo posto non nel leggendario velodromo dove termina l’Inferno del Nord, bensì all’esterno dell’impianto Jean Stablinski.
Tutti i contendenti alla maglia gialla hanno fortemente voluto al loro fianco elementi in grado di destreggiarsi efficacemente sul pavé, ma non sarà facile tener duro fino al traguardo. Lo sa bene Chris Froome (Team Sky), che nel 2014 qui si giocò il suo Tour, lo sa bene Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida), che proprio in quella circostanza pose il suo primo mattone per la conquista della Grande Boucle.
In basso tutti i profili tecnici: altimetria, planimetria e dettaglio dei settori in pavé. Clicca qui per tutte le classifiche aggiornate.
