Dopo le Alpi e il Massiccio Centrale, ecco i Pirenei: si apre con le scalate alle vette della catena montuosa a cavallo tra Francia e Spagna l’ultima e decisiva settimana del Tour de France 2018. La prima tappa dopo l’ultimo giorno di riposo, la numero sedici, è la Carcassonne – Bagneres de Luchon, di 218 km.
Dopo svariate frazioni dal basso chilometraggio, si torna sopra i duecento chilometri, oltretutto scanditi da cinque vette che costituiscono l’occasione per chi vuol subito attaccare senza attendere le successive giornate. I più facili Gran Premi della Montagna si trovano giusto in avvio: sono la Cote de Fanjeaux (quarta categoria, 2.4 km al 4.9%) e la Cote de Pamiers (quarta cat., 2.3 km al 5.8%).
Percorsi, a questo punto, settanta chilometri, la strada sale sempre in maniera leggera, attraversando Saint Girons, dove è posto il traguardo volante, e prosegue verso il Col de Portet d’Aspet (seconda categoria, 5.4 km al 7.1%), tristemente ricordato più per la tragica morte di Fabio Casartelli (sulla cui discesa è posta una stele in suo ricordo) che per le pendenze tutt’altro che impossibili.
In successione, ecco il più arcigno Col de Menté (prima categoria, 6.9 km al 8.1%), il quale, pur ancora lontano dal traguardo, potrebbe costituire il primo trampolino di lancio per qualche più coraggioso. Oltretutto piuttosto insidiosa è la discesa, che potrebbe far venir voglia di allungare a chi non teme di gettarsi giù in picchiata. Infine, dopo una ventina di chilometri in falsopiano in territorio spagnolo, ecco l’ultima asperità, il Col du Portillon (prima categoria, 8.3 km al 7.1%). Dalla vetta, nove chilometri di discesa fino ai meno mille metri pianeggianti.
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