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Super G conquista Parigi: Geraint Thomas, da campione olimpico a maglia gialla al Tour de France

Chi l’avrebbe scommesso che Geraint Howell Thomas, due medaglie d’oro olimpiche e quattro iridate su pista, sarebbe riuscito a vincere la maglia gialla al Tour de France? Ce l’ha fatta, il più forte degli scudieri del ciclismo attuale: dopo aver dominato all’interno dei velodromi con la nazionale della Gran Bretagna, ha messo anima e corpo sulla strada, arrivando a 32 anni a cogliere il successo dei successi.

Chiamarlo gregario è qualcosa di improprio e di estremamente riduttivo: ha lavorato per tanti anni al servizio di Bradley Wiggins prima e di Chris Froome poi, onorando sempre al meglio il suo compito. Gli è stata concessa l’opportunità di mettersi in proprio in altri palcoscenici, ma tanto al Giro d’Italia quanto alla Vuelta a Espana la strada l’ha sempre respinto. Sembrava adatto alle corse di una settimana, il gallese nato a Cardiff: nella sua bacheca figurano una Parigi-Nizza, un Tour of the Alps, un Giro del Delfinato, nonché una Classica di un certo rilievo come il Gran Premio di Harelbeke.

Ma le tre settimane, quelle no, non sembrava poterle reggere. Le varie cadute subite nel corso degli anni oppure le incredibili cotte prese almeno una volta nelle sue partecipazioni ai precedenti Grand Tour volevano dire appunto questo. Quest’anno qualcosa è cambiato. Vincitore al Dauphine, si era presentato alla Grand Depart dalla Vandea senza i riflettori puntati addosso, tutti rivolti (assieme alle critiche e alle polemiche) verso il suo compagno Chris Froome alla ricerca della cinquina e alla doppietta Giro-Tour per eguagliare Marco Pantani.

Eppure i ruoli si sono capovolti sin dalla giornata inaugurale, a causa di oltre un minuto perso proprio dal Keniano Bianco: lui, Thomas, trovatosi nel gruppo buono, ha messo subito le cose in chiaro nelle posizioni alte della classifica, non avendo alcuna intenzione di mollare. E i ranghi di capitano li ha meritati pedalando tappa dopo tappa, guadagnandosi stima e rispetto di compagni ed avversari: ne ha portate a casa due di frazioni, non ha mai perso un metro sulle montagne alpine e pirenaiche, è stato impeccabile contro il tempo ed in questo modo ha costruito il suo trionfo.

È un sogno che si avvera“, esclama visibilmente emozionato dopo il successo, scoppiando in un pianto liberatorio come da tempo non gli accadeva. “L’ultima volta che ho pianto era due anni fa, quando mi sono sposato“, aggiunge abbracciando la moglie, giunta a sorpresa ad applaudirlo al traguardo di Espelette. Geraint Thomas è l’ennesimo prodotto del ciclismo britannico che non accenna ad ammainare la bandiera, l’ennesimo prodotto di un Team Sky che, una volta ancora, ha dato prova di saper comandare la corsa e di sapersi ripetere anno dopo anno.

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