La cronometro individuale di Malaga ha inaugurato la Vuelta a Espana 2018. Ora, domenica 26 agosto, è il momento della seconda tappa, la prima in linea: si tratta della Marbella – Caminito del Rey, che presenta subito un finale intrigante.
Siamo in Andalusia: la partenza è effettuata dalla splendida località sulla Costa del Sol, mentre l’arrivo sarà posto sul “Sentiero del re” che costituisce uno scenario indubbiamente suggestivo. È un tracciato molto mosso, come tale è nella tradizione della Vuelta, con quattro Gran Premi della Montagna (uno di seconda e tre di terza categoria), disseminati lungo i 163.5 km in programma.
Si comincia subito con il primo, il Puerto de Ojen (2^ cat., 555 metri), con scollinamento dopo appena 7.5 km. È il pretesto per lanciare una fuga, con le squadre dei big che staranno certamente lì a controllare, ma senza dannarsi l’anima. Dopo 91 km arriva l’Alto de Guadalhorce, appena anticipato dal traguardo volante di El Chorro che offre punti per la maglia verde e abbuoni per la classifica.
Passano altri trenta chilometri ed è la volta dell’Alto de Ardales, seguito da una discesa e da un lungo falsopiano che conduce i corridori fino al secondo e decisivo passaggio sull’Alto de Guadalhorce: si tratta di 3 km con una pendenza media del 4% e scollinamento a soli 400 metri al traguardo.
Non è una salita per scalatori, bensì per uomini da Classiche: un Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) in condizione, magari anche il nostro campione europeo Matteo Trentin (Mitchelton -Scott) potrebbero giocarsela su quest’arrivo. Per gli uomini di classifica sarà giornata relativamente tranquilla, ma sarà fondamentale non incappare in buchi e rischiare di perdere preziosi secondi.
Di seguito i profili tecnici: altimetria, dettaglio ultimi chilometri e planimetria.