Come da pronostico, è Elia Viviani il vincitore del Giglio d’Oro 2018: il premio, nato nel 1974 per un’iniziativa del Gruppo Toscano Giornalisti Sportivi (in collaborazione con la Regione Toscana, la Città metropolitana di Firenze e il Comune di Calenzano) ed assegnato al miglior corridore professionista italiano dell’anno solare, non poteva che andare all’atleta che guarda tutti dall’alto nella speciale classifica dei successi conseguiti (ben diciotto) al termine di questa stagione ciclistica.
Il veronese in forza alla Quick Step Floors è parso rigenerato dal cambio di casacca dopo due stagioni al Team Sky ed ha ripagato alla grande la fiducia di Patrick Lefevere dimostrandosi altamente competitivo su tutti i palcoscenici: tra le sue vittorie, ricordiamo le quattro al Giro d’Italia, le tre alla Vuelta a Espana e soprattutto il campionato italiano, con quella splendida maglia tricolore conquistata in Piemonte al termine di una prova sulla carta poco adatta alle sue caratteristiche.
“E’ stata una stagione perfetta, mi sono fatto trovare pronto a ogni obiettivo che mi ero prefissato”, le parole di Viviani, che fissa subito gli obiettivi per il 2019: Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem in primis, poi si vedrà per le grandi corse a tappe, senza dimenticare la pista in ottica Tokyo 2020.
Il premio viene assegnato a Viviani mercoledì 21 novembre alle ore 11 a Pontenuovo di Calenzano, presso il Meridiana Country Hotel ed il ristorante Carmagnini del ‘500. Ma nella stessa occasione il velocista veneto non è l’unico premiato della serata: riconoscimenti anche per Chris Froome del Team Sky in qualità di vincitore del Giro d’Italia, per Davide Ballerini della Androni-Sidermec come rivelazione dell’anno (premio Gastone Nencini), per la pluricampionessa mondiale, europea e italiana Vittoria Guazzini (premio Gino Bartali) e per Moreno Argentin (premio Franco Ballerini) come organizzatore della nuova Adriatica Ionica Race, subito molto apprezzata dagli addetti ai lavori.
Ad aggiudicarsi nel 2017 il Giglio d’Oro fu Vincenzo Nibali al termine di un’annata che l’aveva visto salire sul podio di due Grandi Giri (Giro e Vuelta), mentre l’anno precedente era toccato a Giacomo Nizzolo, a sua volta in grado di conquistare la maglia tricolore.