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Marangoni, primo successo da pro’ all’ultima gara in carriera

Una favola a lieto fine, quella di Alan Marangoni. Il trentaquattrenne corridore di Lugo, per anni al servizio dei propri capitani, sembrava dovesse chiudere la carriera senza neppure un successo nel personale tabellino. E invece, all’ultima gara prima dell’annunciato ritiro, finalmente riesce ad alzare le braccia al cielo, togliendosi una soddisfazione grandissima.

È accaduto in Giappone, al Tour de Okinawa, corsa in linea a margine del calendario stagionale (per la verità considerata tra le prime prove della nuova stagione, secondo i criteri Uci). Lì, al via con la sua squadra, la Nippo – Vini Fantini che nel Sol Levante ha molti interessi economici, avrebbe dovuto fare ancora una volta quello che meglio gli è riuscito in carriera: aiutare i compagni di squadra a meglio piazzarsi sulla linea del traguardo.

Ma lui, unico italiano all’intero della compagine Professional italiana, per una volta ha vestito lui i panni di leader, regalandosi un enorme successo, ottenuto per distacco su tutti gli avversari. Avrebbe potuto già gioire in un’occasione più importante, ma per poco non ci riuscì: era il Giro d’Italia 2015 e nella tappa di Forlì e a privarlo della gioia della vittoria fu Nicola Boem, allora in forza alla Bardiani – Csf.

E allora non può nascondere l’emozione, Alan Marangoni, per un risultato rincorso da anni. “È stata la giornata perfetta che ho sempre cercato nella mia carriera e che ho trovato proprio oggi”, le sue prime parole rilasciate ai media. Evidenziando come la giornata era già di per sé speciale, dal momento che per l’ultima volta aveva appeso un numero sulla schiena, il corridore emiliano sa bene che, per questo, la vittoria ha un sapore ancora più speciale. “Un finale da favola che più volte ho sognato e che oggi è diventato realtà”, aggiunge.

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