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Andy Murray. Foto: Phil Harris/Daily Mirror

Murray, arriva l’annuncio shock: “Mi ritiro”

Una conferenza convocata in maniera improvvisa e più volte interrotta dalla commozione per un annuncio inatteso: Andy Murray raduna tutti i media per comunicare l’ormai prossimo ritiro dall’attività agonistica, dopo venti mesi di sofferenze fisiche.

Con il berretto a coprire in parte il viso bagnato di lacrime, Andy Murray, il tennista britannico più forte di tutti i tempi, annuncia che a 31 anni non ne può più del dolore “insopportabile” all’anca già operata, per cui  non vale la pena proseguire in tal modo dopo anni vissuti sulla cresta dell’onda.

La decisione era già stata comunicata al suo team lo scorso dicembre e per gli addetti ai lavori era chiaro che sarebbe stato prossimo l’annuncio ufficiale, specie dopo aver visto lo scozzese all’opera (in malo modo) in allenamento sui campi di Melbourne alla vigilia degli Australian Open.

“Sto lottando con il dolore da molto tempo, probabilmente venti mesi, ed è abbastanza – le parole del classe ’87 di Dunbane – Ho fatto tutto quello che potevo per provare a stare meglio ma non ha funzionato […] Non voglio continuare così”.

All’orizzonte potrebbe esserci una nuova operazione, più invasiva della precedente, che comporterebbe anche qualche rischio. Ma comunque non consentirebbe un immediato recupero e, pertanto, la possibilità di calcare ancora a lungo i campi da gioco è pressoché ridotta. La volontà sarebbe di terminare la carriera nello Slam di casa, Wimbledon, congedandosi dal suo amato pubblico.

Sta quindi per concludersi la parabola agonistica del baronetto britannico, l’ultimo dei Fab Four: vissuto spesso all’ombra dei tre grandi Federer, Nadal e Djokovic, ha saputo rimboccarsi le maniche fino a vincere tre tornei del Grande Slam (due Championships e uno US Open), che gli hanno permesso di issarsi fino alla posizione numero uno del ranking atp nel 2016 e poter guardare tutti dall’alto.

Considerato tra i più strenui difensori di sempre, instancabile corridore da una parte all’altra della superficie di gioco, Murray ha dato vita con i tre grandi colleghi a match indimenticabili e ha caratterizzato una parte importante dell’era Open di tale sport. L’auspicio è che, ora, il finale di carriera possa essere lieto.

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