Roger Federer non si ferma mai: al Miami Open, terzo Masters 1000 della stagione di scena sul nuovo complesso dell’Hard Rock Stadium, andato a sostituire lo storico impianto di Key Biscayne, lo svizzero batte in finale il campione uscente John Isner e centra il titolo numero 101 in carriera.
Dopo aver raggiunto la fatidica tripla cifra a Dubai un mese fa, aveva mancato l’appuntamento con il centounesimo torneo due settimane fa, quando si lasciò battere all’ultimo atto dall’austriaco Dominic Thiem. Ma Sua Maestà non sbaglia mai due eventi di fila e così, presentatosi in Florida, dopo un debutto col brivido, in cui ha dovuto sfoderare tutto se stesso per avere la meglio del moldavo Radu Albot, eccolo ingranare la quinta e superare uno ad uno tutti gli ostacoli.
Sconfitti Kevin Anderson ai quarti e Denis Shapovalov in semifinale, ecco proporsi all’ultimo atto la sfida contro il gigante statunitense John Isner, inaspettato vincitore a Miami un anno fa dopo un duello con Juan Martin Del Potro. Ma stavolta le speranze del trentatreenne Long John devono infrangersi al cospetto dell’immortale Federer, che si impone in due set, in poco più di un’ora di gioco, con il punteggio di 61 64.
Primo set dominato dal fuoriclasse di Basilea, che strappa subito il servizio all’avversario e prosegue in scioltezza senza intoppi. Privato della sua migliore arma, Isner sembra frastornato e non riesce a controbattere ai colpi dell’avversario, cambiando parzialmente spirito di gioco soltanto in avvio del secondo parziale, più equilibrato. Poi, sul 3-2, un intervento del fisioterapista per un problema fisico occorso al nordamericano, che rivolgendosi al suo staff esclama “Non posso muovermi”. E così Federer non ha problemi a chiudere definitivamente l’incontro, mettendo in bacheca il quarto trionfo a Miami dopo quelli del 2005, 2006 e 2017.
Si tratta, inoltre, del 28^ Masters 1000, nonché, come già ricordato, del torneo numero 101 su 154 finali disputate: numeri da brividi, ma ancora destinati ad essere ritoccati.