Si lascia il Lazio e si arriva fino in Puglia, per toccare il punto più a sud di questo Giro d’Italia 2019: la sesta tappa della 102^ edizione della corsa rosa parte da Cassino e si protrae fino a San Giovanni Rotondo, per un totale di ben 238 km (seconda frazione più lunga). Quattro le regioni attraversate (nel mezzo anche Campania e Molise) e cinque le province (Frosinone, Caserta, Isernia, Campobasso e Foggia).
La città legata alla memoria di San Benedetto ospita lo start di questa nuova fatica che apparentemente presenta poche insidie, ma che in realtà è irta di trabocchetti nella parte finale. Lasciata la città del Lazio Meridionale, si entra immediatamente in provincia di Caserta e poi in quella di Isernia: qui arriva la prima salita (non valida come Gran Premio della Montagna) di Cantalupo nel Sannio, dove potrebbe svilupparsi la fuga di giornata.
Anche a Campobasso e allo svincolo di Volturino sono presenti altri piccoli strappi, ma il grosso della tappa è certamente previsto nella fase conclusiva: a trenta chilometri al traguardo, ecco l’unico GPM di giornata, Coppa Casarinelle, lungo 15 km, con una pendenza media del 4.5%. Salita pedalabile, ma è pur sempre la prima salita di seconda categoria di quest’edizione, per cui è lecito aspettarsi un forcing da parte di qualche squadra o di qualche atleta in cerca di gloria personale.
Scollinamento ai meno diciotto, poi un nuovo altro dente a San Giovanni Rotondo, dove è posto pure l’arrivo (in Via Aldo Moro) in leggerissima ascesa (800 metri al 5%). Troppo dura per i velocisti, poco ripida per gli scalatori: chi saranno i protagonisti di questo arrivo?
Di seguito i profili tecnici: altimetria, planimetria, dettaglio ultimi chilometri, cronotabella. Clicca qui per tutte le classifiche aggiornate. Primoz Roglic (Jumbo-Visma) resta in maglia gialla, mentre il Giro perde uno dei protagonisti più attesi della vigilia, Tom Dumoulin (Sunweb), ritiratosi alla partenza della tappa di Terracina vinta da Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe).