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Si lascia la Toscana e si entra nel Lazio nella quarta tappa del Giro d’Italia 2019: da Orbetello, dove si è conclusa la frazione precedente con la vittoria di Fernando Gaviria dopo il declassamento di Elia Viviani, si arriva fino a Frascati, alle porte di Roma. Sono 235 i chilometri complessivi per una giornata che si preannuncia lunga e niente affatto scontata.
Profilo altimetrico mosso, come si evince dalla carta allegata in basso: tante le ondulazioni del terreno sin dalla partenza in provincia di Grosseto che all’arrivo, anch’esso leggermente all’insù. Una volta partiti, dopo pochi chilometri pianeggianti, subito il primo Gran Premio della Montagna a Manciano (quarta categoria), dopo il quale la strada scende di poco, prima di ricominciare a risalire verso Poggio Evangelista (provincia di Viterbo).
Sarà di fatto l’unica asperità che assegnerà punti per la maglia azzurra della classifica a punti, ma non sarà di fatto l’unico strappo, dal momento che molti sono disseminati qua e là. Due fissi, invece, i traguardi volanti: il primo a Vetralla dopo 115 km, il secondo a Mentana dopo 186.7 km.
E poi si diceva del finale: la strada sale dolcemente ma costantemente negli ultimi venti chilometri; dopo un breve tratto in discesa dai meno cinque ai meno tre, ecco gli ultimi duemila metri di nuovo in salita (pendenza media del 4.4%, massima del 7%). Difficile ipotizzare un arrivo a ranghi compatti: qualche velocista potrebbe tenere duro, ma non sarà affatto facile.
Più indicati per questa tappa sono quei corridori dotati di spunto veloce, ma che sanno farsi valere sugli strappi: in casa Italia, pensiamo ad esempio a Diego Ulissi (UAE Team Emirates), ad Enrico Battaglin (Katusha Alpecin), a Giulio Ciccone (Trek Segafredo) o agli alfieri della Androni come Fausto Masnada, Andrea Vendrame e Mattia Cattaneo.
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