Effettuato il secondo giorno di riposo, ecco, martedì 28 maggio, la 16^ tappa del Giro d’Italia 2019, il cui percorso è stato purtroppo modificato causa cattive condizioni meteorologiche: è la Lovere – Ponte di Legno, 194 km (contro i 226 inizialmente previsti) contraddistinti dalla scalata simbolo di questa 102^ edizione, il Passo del Mortirolo. Non ci sarà il Gavia.
Adagiata sulle sponde del Lago d’Iseo, Lovere è al debutto come città di partenza del Giro. Discorso diverso per Ponte di Legno, rinomata località sciistica che ha già accolto la corsa nel 1971. Siamo interamente in Lombardia e sono tre le province attraversate – Bergamo, Brescia, Sondrio e di nuovo Brescia – mentre sono oltre 4800 i metri di dislivello previsti (contro i 5700 iniziali).
Subito in salita la partenza: c’è la Presolana, che nonostante il blasone non è neppure classificata come GPM, ma che sempre vera salita evidentemente è (4 km al 7%). Poi è la volta di un altro passo non valido per la graduatoria della maglia azzurra, la Croce di Saliven (9 km al 4%).
Dopo la discesa, raggiunto Edolo in falsopiano ed oltrepassato il primo traguardo volante, sarebbe dovuto essere la volta della Cima Coppi del 2019, il Passo Gavia, a quota 2618 metri. Ma la tanta neve ai lati della carreggiata ed il rischio valanghe o di acqua sul manto, in discesa più che nei 16.5 km di salita, hanno costretto gli organizzatori ad annullare l’ascesa per non mettere a repentaglio l’incolumità dei corridori. La nuova Cima Coppi sarà il Passo Manghen, previsto il penultimo giorno.
Così, raggiunta Edolo, ecco l’inedita scalata a Cevo (terza categoria, 10 km al 6% di pendenza media), prima di scalare l’Aprica dal versante più impegnativo (14 km al 3.5%). Poi ecco ritornare i corridori sul tracciato originario per intraprendere le rampe del mitico Mortirolo, la Montagna Pantani perché legata ad una delle tante imprese compiute dal Pirata (nella fattispecie, era il 1994). Sono 11.8 km con una pendenza media del 10.9%: durissima in ogni tratto, non scende mai sotto il 12% in tutta la fase centrale.
Dalla cima, ventotto chilometri divisi tra una discesa a tratti insidiosa ed un inedito falsopiano di undici chilometri (pendenze costanti nell’ordine del 2/3%) che condurrà fino al traguardo. Avrebbe dovuto essere una tappa leggendaria: sarà certamente inferiore alle attese, ma non per questo lo spettacolo sarà di minor prestigio.
Di seguito tutti i profili tecnici della tappa: altimetria, planimetria, dettaglio salite e ultimi chilometri, cronotabella. Clicca qui per tutte le classifiche aggiornate.