Lo scorso anno nella west coast degli Stati Uniti d’America applaudimmo alle gesta di Egan Bernal, vincitore della sua prima gara WorldTour; nel 2019 ad aggiudicarsi il Giro della California è un altro dei più limpidi talenti del ciclismo internazionale, il ventunenne sloveno Tadej Pogacar.
Neoprofessionista della UAE Team Emirates, il giovane passista-scalatore non ha perso tempo a duellare con i migliori, tanto che già nel mese di febbraio si è aggiudicato la classifica generale della Volta ao Algarve in Portogallo.
Qui un nuovo salto di categoria alla presenza di tanti altri nomi del panorama ciclistico mondiale. Sua la tappa regina, quella terminante sull’ormai tradizionale Mont Baldy, il penultimo giorno: con la lucidità di un veterano, ha staccato tutti gli avversari e si è involato in solitaria verso il traguardo. Se al Giro d’Italia il suo connazionale Primoz Roglic sta battagliando per la Maglia Rosa, qui ecco l’ennesimo gioiello della piccola ma produttiva scuola slovena, che vanta anche un certo Matej Mohoric, sicuro futuro protagonista delle Classiche.
A salire sul podio finale del Tour of California sono stati anche il colombiano Sergio Higuita della EF Education First e il danese kasper Asgreen della Deceuninck Quick Step. Primo italiano, Gianni Moscon del Team Ineos, sedicesimo a oltre due minuti dal vincitore, mentre Davide Ballerini (Astana) si aggiudica la classifica dei GPM.
Per quanto concerne le vittorie parziali, da segnalare il ritorno al successo, in occasione della prima tappa, di Peter Sagan (Bora Hansgrohe), che non alzava le braccia al cielo dal mese di gennaio. Poi è stata la volta di un tris della Deceuninck con il già citato Asgreen, il francese Remi Cavagna e l’olandese Fabio Jakobsen. A chiudere la corsa a Pasadena ci ha pensato un altro olandese, Ces Bol della Sunweb.
Da menzionare, infine, un vero e proprio caso avvenuto in occasione della vittoria di Jakobsen, quando il leader era il suo compagno Asgreen, ma la giuria ha voluto “riabilitare” lo statunitense Tejay Van Garderen assegnandogli lo stesso tempo del vincitore nonostante una caduta ben prima dello striscione dei tre chilometri all’arrivo gli aveva fatto perdere terreno. Come dire, le regole valgono non per tutti.
Intanto oggi chi gioisce meritatamente senza alcun alibi è Tadej Pogacar.