Nessuno riesce a detronizzare Rafael Nadal dal suo torneo prediletto: per il dodicesimo anno, lo spagnolo si aggiudica il Roland Garros, secondo Slam della stagione di scena sulla terra rossa di Parigi, battendo per la seconda volta consecutiva in finale Dominic Thiem, inchinatosi in quattro set.
Gli anni passano, gli avversari cambiano, ma la superficie in terra battuta ha, da ormai quasi due decenni, un unico dominatore: è Rafael Nadal, che quindici giorni dopo essere stato incoronato per l’ennesima volta imperatore di Roma e degli Internazionali d’Italia, sbanca anche la capitale francese, dove si è appena concluso il secondo Major dell’anno.
Un torneo senza storia, quello andato in scena negli ultimi giorni: uno ad uno vengono annientati gli avversari al suo cospetto, compreso Roger Federer che, pur abile ad approdare tra i primi quattro dopo tre anni di astinenza dal rosso, non può che farsi da parte di fronte al più forte giocatore di tutti i tempi su questa superficie.
La finale è una riproposizione di quanto visto dodici mesi fa, compreso l’epilogo: Dominic Thiem, dopo aver avuto la meglio su Novak Djokovic in una maratona protrattasi per due giorni, esce sconfitto in quattro set con il punteggio di 36 74 16 16. Lotta per i primi due parziali, l’austriaco, poi cede di schianto, complice anche il giorno in meno di riposo sulle gambe rispetto al suo avversario.
Con la vittoria odierna, Nadal arriva allo Slam numero diciotto in carriera, a sole due lunghezze da Roger Federer, solo apparentemente imprendibile a quota venti. A Parigi trionfò per la prima volta nel 2015 (e lo fece per quattro anni di fila), conseguendo un altro filotto nelle ultime tre stagioni. Ma c’è ancora un primato che il mancino di Manacor può battere: vincere anche il prossimo anno per diventare il giocatore ad aver vinto con più larga distanza il torneo (il record attuale spetta a Ken Rosewall, primo per due volte a quindici anni l’una dall’altra. Sarà questa la prossima mission di Rafa il Rosso.