Ancora una vittima eccellente agli US Open 2019: dopo Novak Djokovic, costretto ad abbandonare dinanzi a Stan Wawrinka e alla spalla dolente, ecco Roger Federer cadere sotto i colpi di Grigor Dimitrov anche a causa di una schiena dolorante.
Diciamoci la verità: dopo l’uscita di scena del numero uno al mondo, c’era il sentore che Roger potesse tornare sul tetto più alto di New York, dove è in corso l’ultimo Slam stagionale. Distrutto David Goffin agli ottavi, sembrava essere tornato sui suoi livello standard, lo svizzero, ma qualcosa non è andato nel match di semifinale contro Dimitrov.
Quest’ultimo, per anni ingiustamente considerato l’erede di Sua Maestà, sta ritrovando i colpi migliori già mostrati in un passato ormai remoto e l’occasione giusta per dimostrare che è in grado di lottare per grandi obiettivi è arrivata contro il più grande di sempre.
E così accade che il numero 78 al mondo sorprende, dopo una battaglia di cinque set – 3-6 6-4 3-6 6-4 6-2 lo score finale – il favorito avversario e si aggiudichi un posto per la semifinale, dove troverà il russo Daniil Medvedev, artefice dell’eliminazione dell’altro svizzero Stanislas Wawrinka.
Nuovo che avanza, dunque, mentre nella parte bassa c’è Rafael Nadal che, a questo punto, diventa il principale favorito del torneo. Quanto a Federer, forse l’ultima nitida occasione di centrare il ventunesimo Slam, bloccata da una schiena che più di una volta gli ha dato noie.
Oggi è il grande momento di Matteo Berrettini. Quarantadue anni dopo Corrado Barazzutti, un italiano è tra i primi otto a Flushing Meadows (allora si giocava sulla terra verde) e per sognare una semifinale che avrebbe dello storico delle battere il francese Gael Monfils (match programmato non prima delle 19.30, diretta tv su Eurosport).
La classifica e l’esperienza sono appannaggio del tennista di colore, ma c’è la sensazione che il ventitreenne italico, ormai top 20 certificato, può davvero sognare l’impresa e scalare nuove gerarchie su scala mondiale.