Non parte sotto i migliori auspici l’avventura della nazionale italiana impegnata a Doha 2019, 17^ edizione dei Campionati Mondiali di atletica leggera.
Come spesso accade, dopo una stagione vissuta con tanti risvolti positivi, si peggiora proprio nel momento clou, quello della rassegna iridata. Soltanto due degli azzurri impegnati nella prima giornata riescono a passare il turno e tentano di sognare in vista delle semifinali previste per oggi.
Sono Marcell Jacobs e Filippo Tortu, i due protagonisti della gara regina, i 100 metri. Impressiona maggiormente l’italo-americano, che si piazza secondo in batteria (quinto assoluto) alle spalle del favorito statunitense Coleman, con un 10.07 che lascia ben sperare in vista del prossimo turno. Nonostante un infortunio che ha ostacolato la sua stagione, il velocista italico ha dato tutto ed è riuscito a lasciare il segno.
Minor impressione ha destato il primatista nazionale, che si qualifica per un soffio con un non trascendentale 10.20: occorrerà migliorarsi sensibilmente – anzi, scendere magari sotto il suo primato di 9.99 – se vorrà sperare nel miracolo di entrare tra i primi otto che si giocheranno la medaglia.
E poi? Poi il buio. Il rammarico più grande riguarda Alessia Trost, che d’un niente manca la finale del salto in alto, ma l’atleta friulana è ormai da tempo lontana parente di quella ammirata qualche stagione fa. Fuori anche la collega Elena Vallortigara.
Cocente anche l’uscita prematura di Yeman Crippa: il buon mezzofondista mirava ad essere uno degli outsider dei 5000 metri, ma in batteria si rende interprete di una brutta prova e non centra l’atto conclusivo. Per lui, d’obbligo riscattarsi sulla doppia distanza.
Eliminati anche Sara Fantini, solo 26esima con 66.58 nelle qualificazioni del lancio del martello, Rachele Bruni nel salto con l’asta e Andrea Dallavalle nel salto triplo.
Assegnato, infine, il primo titolo: se la aggiudica, come nelle previsioni, il Kenya la maratona femminile, disputata nell’inedito orario notturno per compensare le alte temperature che affliggono il clima qatariota.
Tra le 73 atlete iscritte, ben 23 si sono ritirate per le condizioni al limite – comprese le due azzurre Giovanna Epis e Sara Dossena – mentre il caldo non ferma Ruth Chepngetich, oro in 2h32’43” (ben un quarto d’ora al di sopra del personale, a dimostrazione della non praticabilità di tale gara) davanti alla connazionale Bahrein Rose Chelimo, campionessa in carica, e alla namibiana Helalia Johannes.