Continua ad ottenere grandi risultati la nazionale italiana di ciclismo su pista. Archiviato il primo weekend di Coppa del Mondo con la tappa di Minsk, in cui Filippo Ganna ha strabiliato tutti firmando un grande record mondiale, anche in occasione della seconda tappa, di scena a Glasgow, le note positive per il movimento tricolore sono tante.
A cominciare da un nuovo record, stavolta nazionale, firmato dal quartetto dell’inseguimento maschile. C’è ancora Ganna, ovviamente, il faro di tutta la squadra, e con lui ci sono Francesco Lamon, Simone Consonni e Davide Plebani.
Pur senza Elia Viviani, che si sta prendendo un periodo di vacanza prima di riprendere gli allenamenti, i ragazzi guidati dal commissario tecnico Marco Villa infrangono per la prima volta il muro dei tre minuti e cinquanta secondi, fermando il cronometro, in occasione della semifinale vinta contro la Francia, sui 3.49.908.
È davvero un grande miracolo, se si pensa alle mille difficoltà in cui i ragazzi (e le ragazze) sono costrette ad allenarsi, con un solo velodromo al coperto, quello di Montichiari, per giunta riaperto da poco dopo i problemi di infiltrazione al soffitto. Il tempo fatto registrare in Scozia migliora di due secondi quello ottenuto ad Apeldoorn ai Campionati Europei appena un mese fa.
E non è tutto, dal momento che, in occasione della finale contro la Danimarca, pur arrivando la medaglia d’argento, si ferma il cronometro ancora una volta sotto quel limite psicologico, oltre che fisico: 3.49.920. I danesi, pur prendendosi l’oro, devono sudare parecchio per imporsi in 3.49.256.
Molto bene anche le ragazze – Simona Frapporti, Vittoria Guazzini, Silvia Valsecchi e Chiara Consonni – che si arrendono alla sola Gran Bretagna in semifinale (padrone di casa poi vittoriose in finale), ma vanno a prendersi la medaglia di bronzo prevalendo contro la Francia correndo in 4.19.469.
Calcolando che quella schierata dal ct Dino Salvoldi è una nazionale B, mancando le varie Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo, c’è di che stare tranquilli.