In attesa del torneo dei grandi, al Palalido di Milano vanno in scena i campioni del domani: alle NextGen Finals arriva il capolavoro di Jannik Sinner, che conquista il trofeo dopo una settimana entusiasmante, conclusa con la vittoria su Alex De Minaur in finale.
È un predestinato, il diciottenne di San Candido, in Val Pusteria. Nessuno può sapere quanto e quali titoli sarà in grado di vincere, ma certo è che, se tutto dovesse filare liscio, vedremo tante volte il suo nome negli albi d’oro degli appuntamenti ATP.
Il primo titolo giunge a Milano, dove nel lontano 2001 anche un certo Roger Federer alzò per la prima volta le braccia al cielo. È in lizza con una wild card, lui che è numero 95 al mondo (dopo essere stato oltre la cinquecentesima posizione a inizio anno), ma non ha timore reverenziale nei confronti di nessuno e lo dimostra sin dal debutto vincente contro lo statunitense Francis Tiafoe, che lo precede di settanta posti in classifica.
Una vittoria dietro l’altra, arriva prima in semifinale, dove ha la meglio del serbo Kecmanovics, poi all’ultimo atto dell’australiano De Minaur, già numero diciotto al mondo e finalista anche lo scorso anno, quando si arrese al greco Stefanos Tsitsipas, oggi numero sei del ranking.
I favori del pronostico sono tutti a favore dell’atleta aussie, in realtà non c’è partita: il match viene archiviato in tre set con il punteggio di 42 41 42, dopo che nei primi due parziali l’altoatesino salva ben nove palle break all’avversario, sfruttando invece quelle in suo favore in maniera cinica e lucida.
E così ecco la gioia per l’allievo di Riccardo Piatti, che non nasconde la gioia nella conferenza stampa conclusiva: “È stata una settimana incredibile […] Io ero l’ultimo di loro, l’ottavo. Ho provato a giocarmela e oggi sono felice del risultato. Il pubblico è stato fantastico […] Non so se Roger o Rafa amino ancora tutte queste attenzioni, ma per me è fantastico.”