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ATP Finals, Berrettini fuori con onore: battuto Thiem nell’ultima sfida del girone

Ha probabilmente pagato lo scotto della prima volta su un palcoscenico tanto importante e l’essere stato inserito in un girone oggettivamente ostico, ma Matteo Berrettini trova l’occasione di uscire dalle ATP World Tour Finals 2019 con onore: nella terza e ultima sfida del girone, batte Dominic Thiem, già sicuro di un posto in semifinale.

Si conclude con una vittoria di grande prestigio, dunque, lo straordinario 2019 del ventitreenne tennista azzurro, che in soli sei mesi ha saputo scalare le classifiche mondiali portandosi fino all’ottava posizione. In attesa di un ultimo impegno con la maglia della nazionale (nella Coppa Davis che si presenta stravolta rispetto al passato), eccolo lì, tra i grandi, alla O2 Arena di Londra.

Dopo la bruciante sconfitta subita al debutto contro Novak Djokovic e l’altro Ko (ma con più combattività) rimediato nella seconda giornata contro Roger Federer, ecco l’inattesa vittoria contro l’austriaco Dominic Thiem, che si è già tolto lo sfizio di battere entrambi i due grandi inseriti nel suo girone e di accaparrarsi il primo posto del raggruppamento, che equivale alla conquista della semifinale.

Probabilmente il numero cinque al mondo non ha messo in campo tutta la forza di cui è capace – del resto l’ha candidamente ammesso egli stesso a fine gara, dichiarando che non era il caso battersi per tre ore in vista della certamente impegnativa gara di semifinale – ma la partita giocata dal portacolori azzurro è stata in ogni caso molto positiva, conclusa con il punteggio di 76 63.

Una vittoria che non basta a permettergli di restare in corsa per la Masters Cup, ma che è comunque estremamente propozia: vale, infatti, un bel po’ di dollari, ben 200 punti nel ranking ATP e, soprattutto, la prima storica affermazione di un tennista italiano alle ATP Finale. Prima di Berrettini, infatti, sia Adriano Panatta che Corrado Barazzutti, gli unici due nostri connazionali in grado di qualificarsi al torneo, non erano riusciti neppure una volta a gioire a fine match. Ora anche tale tabù cade.

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