Come da pronostico, Elia Viviani si aggiudica per la seconda volta consecutiva il Giglio d’Oro: il premio, nato nel 1974 per un’iniziativa del Gruppo Toscano Giornalisti Sportivi (in collaborazione con la Regione Toscana, la Città metropolitana di Firenze e il Comune di Calenzano) ed assegnato al miglior corridore professionista italiano dell’anno solare, non poteva che andare all’atleta che guarda tutti dall’alto nella speciale classifica dei successi conseguiti (undici) al termine di questa stagione ciclistica.
Il veronese in forza alla Deceuninck – Quick Step non è riuscito a ripetere le diciotto vittorie ottenute l’anno precedente, ma è comunque andato in doppia cifra, aggiudicandosi, tra l’altro, una tappa al Tour de France e il campionato europeo su strada. Si conclude così, nel migliore dei modi, la sua avventura al servizio di Patrick Lefevere: dal prossimo anno, infatti, vestirà la casacca della Cofidis.
Ovviamente felice del premio, Viviani guarda già al 2020 e spiega quali saranno i suoi obiettivi, a partire dalla Milano – Sanremo e poi il Tour per quanto concerne la strada (niente Giro, dunque). E poi la pista con le Olimpiadi di Tokyo 2020, in cui punterà a ripetersi nell’omnium in cui è campione uscente, oltreché ottenere il massimo anche da inseguimento a squadre e madison.
Premiata, nel corso della serata, anche la fidanzata di Viviani, Elena Cecchini, argento europeo e tricolore. Tra gli altri premiati, poi, l’iridato juniores della crono Antonio Tiberi, il vincitore del Giro d’Italia Richard Carapaz, la rivelazione Edoardo Affini (premio Gastone Nencini), Franco Bitossi (premio International Franco Ballerini), Alberto Bettiol (premio Gino Bartali per la vittoria ottenuta al Giro delle Fiandre).
Ad aggiudicarsi nel 2017 il Giglio d’Oro fu Vincenzo Nibali al termine di un’annata che l’aveva visto salire sul podio di due Grandi Giri (Giro e Vuelta), mentre l’anno precedente era toccato a Giacomo Nizzolo, a sua volta in grado di conquistare la maglia tricolore.