Clamoroso nel tennis: il Roland Garros, secondo Slam della stagione e unico a disputarsi sulla terra battuta (quella di Parigi) viene ufficialmente spostato dalla sua consueta collocazione a giugno.
Fin qui nulla di strano, dal momento che l’espandersi inarrestabile del coronavirus non permette a nessun evento sportivo di dormire sonni tranquilli, almeno da qui ai prossimi due mesi.
La particolarità è che il Major francese, a differenza di tutti gli altri grandi appuntamenti già annullati (restando nel tennis, facciamo riferimento, tanto per citarne alcuni, ai Masters 1000 di Indian Wells, Miami e Montecarlo) ha già trovato una sua precisa collocazione.
Collocazione che farà sicuramente discutere: appena una settimana dopo la conclusione degli US Open ci sarà il via del Roland Garros, programmato quindi tra il 20 settembre e il 4 ottobre.
Questo non può far che discutere per diversi motivi. In primo luogo, programmare uno Slam appena sette giorni dopo la conclusione di un altro (su superfici diverse) porterebbe i giocatori ad una fatica estrema. In secondo luogo, impedirebbe ai già citati tornei di Indian Wells e Miami di collocarsi proprio a ridosso dell’evento statunitense. Infine, andrebbe a sovrapporsi a quella Laver Cup (quest’anno in programma proprio negli Usa, a Boston) tanto cara a molti tennisti (in termini di ritorno economico) e implicherebbe delle precise scelte.
Per ora l’ATP tace, ma è certo che qualcosa di grosso si stia muovendo. E la prima conseguenza pressoché certa sarà la cancellazione a maggio degli Internazionali d’Italia.