Mercoledì 7 ottobre il Giro d’Italia 2020 propone una delle tappe più incerte e dal difficile pronostico: è la Mileto – Camigliatello Silano, 5^ frazione, di ben 225 km.
Si lascia la Sicilia dopo il traguardo di Villafranca Tirrenia che per la prima volta ha sorriso ai velocisti (Arnaud Démare davanti a Peter Sagan e Davide Ballerini). Ora, con Joao Almeida in maglia rosa, comincia la risalita della penisola partendo dalla provincia di Vibo Valentia ed arrivando in quella di Cosenza.
Di fatto, la pianura è quasi assente in questa frazione e i metri di dislivello, pur in assenza di salite importanti, sono ben 4000. Primo punto cruciale è il traguardo volante di Catanzaro Lido, poi, poco dopo, è la volta del primo Gran Premio della Montagna, quello di Catanzaro (3^ cat., 4 km al 4.7 %).
Quasi immediato il secondo GPM a Tirolo (3^ cat., 10.6 km al 5.3%). Siamo appena a metà tappa e la strada è continuamente frastagliata, fino a inerpicarsi dolcemente ma in maniera netta dopo il secondo traguardo volante posto a Cosenza.
Da questo momento, infatti, c’è la lunga salita del Valico di Montescuro (1^ cat., 24.2 km al 5.6%). Sebbene sia assai pedalabile, costringerà i corridori a quasi un’ora di scalata e di sicuro scremerà il gruppo. La vetta è a soli 11 km al traguardo, di cui solo l’ultimo è in pianura (il resto in discesa).
Probabilmente non vedremo gli uomini di classifica sfidarsi apertamente, ma costoro devono necessariamente stare accorti se non vogliono perdere secondi preziosi. Per la vittoria di tappa, invece, tutt’altro che impossibile l’arrivo di una fuga oppure un gruppetto ristretto pronto a giocarsi la vittoria.
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