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Tokyo 2020, taekwondo d’oro: Dell’Aquila campione olimpico! Argento Samele nella scherma

L’Italia sblocca il medagliere a Tokyo 2020: Vito Dell’Aquila si laurea campione olimpico nel taekwondo, categoria -58 kg, al termine di un percorso strabiliante. Arriva anche un argento dalla scherma, grazie alla sciabola di Luigi Samele.

Vito Dell’Aquila è il nuovo re a cinque cerchi. L’aveva detto alla vigilia: “Vado in Giappone per vincere”. È stato di parola, nonostante i soli 20 anni di età.

Nettissimo il cammino dell’azzurro nei primi turni: inizialmente viene battuto l’ostico ungherese Omar Salim per 26-13, poi ai quarti viene asfaltato il thailandese Ramnarong Sawekwiharee per 37-17. In semifinale, infine, ad arrendersi al pugliese è l’argentino Lucas Lautaro Guzman, bronzo ai Mondiali 2019: 29-10 il punteggio finale.

Una sfida tra giovanissimi, all’ultimo atto: classe ‘2000 il nostro portacolori, due anni più giovane il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi, capace di sconfiggere a sorpresa in semifinale il favorito numero uno, il sudcoreano Jun Jang, per 25-19.

Tunisino che si rivela un osso duro anche in finale, dato che comanda nel punteggio fin dall’inizio. Ma negli ultimi scampoli di match viene fuori la maggior freschezza atletica del pugliese, che mette a segno i colpi decisivi per portare l’Italia per la prima volta sul gradino più alto del podio a Tokyo.

Dopo lo zero partecipanti a Rio 2016, l’Italia torna assoluta protagonista alla grande nel taekwondo olimpico: Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento sono stati i due capostipiti di questa generazione di atleti in grado di lasciare il segno, prima dell’arrivo del campione olimpico Dell’Aquila.

La scherma non delude le attese, la sciabola maschile in particolar modo. Fuori anzitempo il nostro numero uno Luca Curatoli, ai quarti è derby tra Enrico Berrè e Luigi Samele, con quest’ultimo che riesce ad avere la meglio.

Samele in semifinale supera il quotato sudcoreano Kim Jung-hwan, detentore in carriera di un titolo mondiale. È una sfida a due facce: sembra tutto facile per l’asiatico, in vantaggio 12-8, ma poi comincia la rimonta dell’azzurro che mette a segno una stoccata dietro l’altra e vola in finale.

Contro Aron Szilagyi, però, non c’è nulla da fare: l’ungherese è una leggenda della scherma e, emulando Valentina Vezzali al femminile, diventa il primo atleta a vincere tre medaglie d’oro consecutive ai Giochi Olimpici. L’azzurro deve subito rincorrere, ma stavolta la rimonta non riesce: finisce 15-7 e per l’Italia, per Luigi Samele in particolar modo, è medaglia d’argento.

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