Mai prima d’ora, né nell’epoca d’oro dei Panatta & Co. e né tantomeno nell’Era pre-Open, il tennis azzurro aveva mai avuto due giocatori contemporaneamente nella top 10 del ranking mondiale. Il 1 novembre 2021 sarà dunque una giornata storica per i colori azzurri: Matteo Berrettini e Yannik Sinner saranno entrambi nel gotha del tennis.
Del tennista romano si parla tanto bene – e giustamente – da ormai due anni e i risultati che porta a casa mese dopo mese (fino al culmine della finale raggiunta a Wimbledon) sono la prova della sua costanza. Ora, tra i giovani terribili prodotti dal vivaio azzurro, c’è Yannik Sinner, che a 20 anni e due mesi sarà numero nove del mondo.
Neppure Roger Federer fu così precoce, dato che il campione svizzero raggiunse tale traguardo più vecchio di sette mesi. Soltanto Rafael Nadal e Novak Djokovic avevano fatto meglio, ma il Yannik Sinner ammirato quest’anno è praticamente inarrestabile: già quattro tornei messi in cascina, più la finale al Masters 1000 di Miami. E con la semifinale raggiunta al Masters 500 di Vienna, arriva la matematica certezza dell’approdo tra i giganti della racchetta.
Un’ascesa vertiginosa, quella del rappresentante altoatesino: appena tre anni fa era oltre la 700a posizione al mondo, due anni fa ancora oltre 500^ piazza e ora, invece, è lassù assieme ai mostri sacri degli ultimi decenni.
Soltanto una volta due italiani erano stati vicini ad incrociarsi nelle posizioni che più contano a livello mondiale, ma per poche settimane tutto ciò non si verificò: mentre Adriano Panatta usciva per sempre dalla top 10, Corrado Barazzutti faceva il suo ingresso. In epoca più recente, invece, il solo Fabio Fognini riuscì a raggiungere tale traguardo.
Diverso il discorso al femminile, dove nel decennio scorso abbiamo avuto ben quattro giocatrici tra le prime dieci al mondo: stiamo parlando, ovviamente, delle grandissime Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Sara Errani e Roberta Vinci.
Ora con Berrettini, Sinner e gli altri buoni elementi del panorama giovanile (da Sonego a Musetti), l’Italia può davvero sognare in grande, a partire dalla conquista di quella Coppa Davis alzata al cielo solo una volta nella storia.