Rivoluzione nel calcio italiano. O meglio nel calciomercato. Il Consiglio Federale ha sancito definitivamente la fine della comproprietà dei cartellini dei giocatori, adeguandosi alle richieste dell’Uefa, così come hanno già provveduto Inghilterra e Francia.
A partire dalla stagione 2014-15 i club non potranno più sottoscrivere contratti di comproprietà, anche se rimarrà in vigore una norma transitoria che permetterà solo ai contratti in essere di continuare ad esistere. Il Presidente dell’Uefa Michelle Platini aveva dichiarato lo scorso inverno che la comproprietà “inibisce la volontà di un calciatore di scegliere il suo destino.
Agente e opachi investitori determinano patti e scelte. E’ ora di dire basta (cit)”. Parole dure che però sono state percepite alla perfezione dal presidente della FIGC Abete, il quale ha dichiarato che si è tratta di una decisione imposta nonostante molti club italiani non fossero d’accordo. Il massimo dirigente del calcio italiano ha inoltre dichiarato che presto verrà fatta un’indagine statistica per verificare quanti contratti di comproprietà sono attivi nel calcio italiano.
Con la fine di questa particolare forma di gestione dei cartellini dei giocatori di calcio, si apriranno nuovi scenari, che speriamo abbiano positive ripercussioni sullo spettacolo. Le squadre dovranno necessariamente ristrutturare le loro strategie di mercato, consapevoli del’impossibilità di stipulare contratti in comproprietà.
Dalla prossima stagione molto probabilmente si ricorrerà spesso alla formula del prestito con diritto di riscatto, lasciando al giocatore l’ultima parola sul suo futuro da professionista. Un altro tassello nel riordino del calcio italiano è stato messo, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.