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Miami Open 2016, il rush finale

Miami Open 2016, il rush finale

Si avvia al rush finale il Miami Open 2016, Masters 1000/Premier Mandatory di scena sul cemento di Key Biscayne. Già decise la finale donne, Viktoria Azarenka vs Svetlana Kuznetsova, e le semifinali uomini, Djokovic-Goffin e Nishikori-Kyrgios.

Viktoria Azarenka si conferma anche in Florida: dopo la vittoria di Indian Wells, ottenuta contro la numero 1 Serena Williams, arriva l’atto finale anche nella east coast superando per 62 75 la tedesca Angelique Kerber. A caccia del tris, ora, dopo i successi del 2009 e del 2011: sulla sua strada, Svetlana Kuznetsova, che dopo essersi presa gioco della Williams ai quarti di finale, si sbarazza anche della svizzera Timea Bacsinszky per 75 63.

È il ritorno alla ribalta per la trentenne russa, capace di far suoi due titoli Slam, ma autrice, sinora, di tante imprese incompiute, che l’avrebbero potuta spingere tra i grandi della racchetta. Ora la nuova opportunità: abituata a faticare e a pedalare, lei che è figlia di genitori ciclisti, ha la ghiotta occasione di ritornare a primeggiare in Florida dieci anni dopo la prima volta, e di riportarsi a ridosso della top ten mondiale dopo averla lasciata due anni orsono.

Conferme e sorprese, invece, nel tabellone maschile. A contendersi un posto in finale nella parte alta saranno Novak Djokovic e David Goffin: tutto facile per il serbo che punta dritto al Masters 1000 numero 28 in carriera – attualmente il record di 27 è detenuto in comproprietà con Rafael Nadal; il belga, già semifinalista in California, mai riuscito a battere il numero uno del ranking atp.

Nella parte bassa, invece, si scontreranno Kei Nishikori e Nick Kyrgios. Bravo, il giapponese, a liquidare il francese Gael Monfils, eterno incompiuto del circuito: 46 63 76 il punteggio in favore dell’atleta del Sol Levante, che ritorna in semifinale di un 1000 un anno dopo Montecarlo 2015. L’australiano Kyrgios, invece, ferma i sogni di Milos Raonic, finalista due settimane fa e ora costretto ad arrendersi all’esuberanza dell’atleta aussie, che varca per la prima volta la top 20 mondiale diventando il più giovane (ventuno anni da compiere tra un mese) dai tempi di Marin Cilic 2009.

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